Carissime e carissimi tutti,
in questo mese di giugno vorrei meditare insieme con voi sul grande mistero dell’Eucarestia, in forza del quale diveniamo consanguinei di Cristo e membra vive del suo mistico corpo.
La nostra vita cristiana si inscrive nella realtà della celebrazione dell’Eucarestia.
Ogni nostra messa è partecipazione a quell’unica cena del Giovedì Santo, che ogni celebrazione eucaristica attualizza nello spazio e nel tempo. Tale memoriale della morte e risurrezione di Cristo ci immette nel suo mistero e dà senso alla nostra vita.
Nell’Eucarestia, Gesù ci dà la sua carne e il suo sangue da mangiare per trasformarci in lui e farci risorgere con lui. Egli è il pane della vita, senza il quale non potremo vivere eternamente, venendo in noi ci fa una cosa sola con lui e in lui fra noi. Ciò è ben significato nei segni del pane e del vino, come molti chicchi di frumento macinati fra loro diventano una sola farina, così noi, immessi per l’Eucarestia nel mistero della passione e morte di Gesù, diventiamo un solo corpo, il corpo di Cristo, destinato alla gloria; come tanti acini d’uva pigiati insieme diventano un solo vino, così noi purificati e trasformati nel sangue di Cristo diventiamo uno fra noi e con lui.
Nei due segni del pane e del vino Gesù ci dona tutto se stesso, senza dividersi.
In quel Giovedì Santo Gesù ha anticipato la sua crocifissione e la sua risurrezione, dandosi a noi nella totalità del suo mistero, trasformando in sé il pane e il vino frutto della terra e del nostro lavoro, doni e segno dell’intera creazione.
Gesù Eucarestia è il Cristo glorioso, nel quale siamo già tutti noi, è la fonte della nostra unità con lui e, in lui, con l’intera umanità e col cosmo.
Del tutto speciale è poi il legame della Vergine Madre con l’Eucarestia, se si pensa che Gesù ha preso la carne immacolata da lei.[1]
“Maria mistica”, intesa come la realtà dei cristiani uniti alla Madre quasi come suo corpo, offre a Cristo la sua carne “maculata” nella Messa perché egli, assumendola, redima l’intero suo Corpo mistico.
L’Eucarestia è il mistero tutto compiuto. È la presenza di tutti gli uomini e di tutte le donne di tutti i secoli già morti e risorti nel Cristo, del cosmo già trasformato nei “nuovi cieli e nella nuova terra”, di cui parla l’Apocalisse.
Tuttavia, quello che è già in atto nell’Eucarestia insieme sta avvenendo oggi, adesso.
L’assunzione di tutti noi e del creato in Cristo già tutta “avvenuta” in Gesù Eucarestia deve ancora avvenire, lo dice il permanere del segno del pane e del vino, che cesserà quando tutti i salvati e tutto il cosmo saranno diventati Eucarestia, uno col Risorto. Allora il banchetto sarà celebrato ugualmente, ma i commensali consumeranno la cena nella Gloria tutta in atto.
Ogni giorno qualcosa in più di noi, della nostra vita e del cosmo viene eucaristizzata nella celebrazione della messa, ma quest’ultima rende presente l’assunzione del tutto da parte del Verbo.
Ogni offerta, consacrata, diventa il tutto.
Il tempo rende presente l’Eterno.
Io mi nutro dell’Eucarestia e Cristo mi assume: io in lui e lui in me. Io divento Cristo, il tutto, non Gesù storico, ma il Cristo totale, il Risorto che è nel seno del Padre e di cui tutti siamo membra. Il Risorto è tutto in tutti, il Cristo realmente presente nell’Eucarestia, nel quale siamo già tutti noi con e in Maria.
Gesù Eucarestia ci fa concorporei con sé e fra noi, mettendoci in comunione tra noi; diventiamo così Eucarestia, pane d’amore offerto per l’umanità; in Cristo Gesù diventiamo dono reciproco gli uni per gli altri. Nutriti dello stesso Pane, diveniamo a nostra volta Pane per gli altri, concorporei di Cristo.
Il grande mistero dell’Eucarestia ci mette così in comunione con l’umanità di tutti i tempi e col cosmo, non coll’insieme, ma con ciascuno e con ogni cosa.
Esiste una sola Messa, che ogni messa attualizza e una sola Eucarestia, che ci fa uno in Cristo, ma quello che è già in atto, deve ancora divenire. È il processo del già e del non ancora; non ci resta, allora, che cibarci dell’Eucarestia per immergerci in questo mistero insondabile.
Gesù Eucarestia,
abisso d'amore,
oceano in cui mi immergo
e mi ritrovo in te,
con Maria
e l'immenso stuolo
degli altri figli e figlie
dell'unico Padre.
Io mi nutro di te,
Gesù Eucarestia,
fammi diventare, in te,
pane d'amore
offerto per l'umanità.
Pane vivo,
tu mi nutri di te,
sei più forte di me
e mi trasformi in te,
ma resto me,
distinta da te,
capace di amarti
e adorarti.
O mistero d'Amore,
Cristo Signore,
la creazione sarà
ricapitolata in te.
Io vivo in te,
o mio Signore,
fammi diventare
Eucarestia.
sr.Nunziella
[1] Le considerazioni che seguono sono tratte da un mio testo del 1983.