Marzo 2013 - La fiducia

Questa meditazione della Madre viene approfondita per tutto il mese, negli incontri promossi dall'Istituto delle Suore del Bell'Amore e relativi Cenacoli, come anche altrove.
 
Meditazione proposta dalla Madre come Punto luce del mese.

LA FIDUCIA

Da una conversazione di sr. Nunziella Scopelliti
Palermo - Baida, 25 aprile 2003
Incontro dei Cenacoli del Bell'Amore
Trascrizione da registrazione1

Buon giorno!

Benvenuti e benvenute a Palermo, per chi viene da lontano!

Questo è uno dei nostri consueti appuntamenti ma, questa volta, vorrei dirvi qualcosa di antico, nella Chiesa, e di tanto nuovo; vorrei che partiste da qui con nel cuore una sola parola: la fiducia, la fiducia, la fiducia!

Forse, conoscendomi, potevate pensare che vi dicessi: "Vorrei che partiste da qui con una sola parola: l'amore"… e invece no: la fiducia, nient'altro che la fiducia, perché soltanto la fiducia porta all'amore e perché il problema fondamentale della nostra vita è questo, ma forse non l'abbiamo ancora capito.

Dal Vangelo secondo Matteo:

"Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.

La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «è un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei il Figlio di Dio!» (Mt 14, 22-34).

Pietro domanda a Gesù di camminare sulle acque, Gesù dice: "Vieni!", Pietro si fida e va, dopo un poco, ha paura. Perché ha paura, Pietro… piccola? Perché ha paura? (Una bambina: "Perché aveva paura del vento che lo faceva affondare"). Giusto! E prima, perché non aveva avuto paura? (La bambina: "Perché il mare era calmo"). Grazie! Esattamente così: Pietro, nel momento in cui il mare è calmo, non ha paura di camminare sulle acque, appena c'è il vento, ha paura.

Io vorrei sapere da voi che differenza c'è tra camminare sulle acque col sole o camminare sulle acque col vento. Non è un po' strano che Pietro non abbia avuto paura fin dall'inizio, per quale motivo ha avuto paura a un certo punto? Qui sta il problema della nostra vita, oltre che di quella di Pietro, e vorrei riuscire, con l'aiuto dello Spirito Santo, a dimostrarvelo.

Vorrei fare delle ipotesi, però non faccio una lettura esegetica, ma una lettura del tutto personale, audace, ma interessante per capire qualche cosa. Può darsi che Pietro non abbia avuto paura, in un primo momento, perché si fidava un pochino di Gesù e un pochino del sole, e che quando il sole è finito, o comunque la calma è finita e c'è stata la tempesta, non avendo più avuto una seconda sicurezza, oltre a quella di Gesù, si è trovato perduto, ha provato qualcosa che rasentava l'angoscia e la disperazione, non avendo nessun altro appoggio, e, a quel punto, ha gridato: "Gesù, salvami!". Non aveva più altro che la speranza in lui, non poteva più contare sulla bonaccia; ma allora, Pietro, ha sperimentato la fiducia prima o ha sperimentato la fiducia dopo? (Qualcuno dice: "Dopo"). Probabilmente.

Nella nostra vita, non ci capita spesso di fidarci un po' di Dio e un po' degli avvenimenti che vanno bene, della bonaccia nel ritmo degli avvenimenti…? Quindi, finché tutto va bene, noi crediamo in Dio; poi, quando le cose cominciano ad andare male e c'è vento, abbiamo paura, e non è detto che arriviamo subito a dire, con Pietro: "Signore, salvami!".

Facciamo un altro passo avanti; non sempre si tratta degli avvenimenti che vanno bene, molto di più - anche se non lo coscientizziamo abbastanza - si tratta del rapporto nostro con noi stessi, il primo grande rapporto da mettere in ordine, la prima grande relazione, che non va sempre bene. Noi ci fidiamo dei nostri cosiddetti meriti, non li chiamiamo tali, per carità, ormai la parola è andata in disuso, ma ci fidiamo del nostro comportamento fedele, morale, giusto, apprezzabile e speriamo sempre di poterci presentare davanti a Dio con la coscienza a posto. Quando la nostra coscienza è a posto, ci viene facile fidarci di Dio; ma quando, invece, non ci sentiamo a posto con la coscienza e ci pare di esserci comportati, in qualche cosa, male, quando ci sentiamo in colpa, quando non siamo contenti di noi stessi, non si sa perché, ci viene difficile fidarci di Dio; quello che c'entra Dio, in questa faccenda, non si capisce, però succede così.

Come vorremmo dire, con quel nostro fratello ebreo: "Ti ringrazio, Signore, di non essere come quel pubblicano, io mi comporto veramente bene!" (cfr. Lc 18, 11-12). Ed ecco il dramma: non abbiamo credenziali positive da presentare al buon Dio; ma, allora, ditemi: noi ci fidiamo veramente di Dio o tentiamo continuamente di fidarci di Dio e della calma sul lago della nostra anima, di Dio e di noi stessi, di Dio e della nostra parte, della parte che dobbiamo fare noi... e appena ci troviamo nella situazione di doverci fidare soltanto di Dio, lì scatta la paura: non possiamo più contare su noi stessi. Abbiamo mai pensato che se, alla fine della vita, potessimo dire a Dio: "Guarda, ma lo vedi come mi sono comportato bene per tutta la vita? Ti ho sempre rispettato, ho obbedito a tutto, ho osservato i comandamenti… Guarda come sono bravo (o brava)", un atteggiamento di questo genere sarebbe la direttissima per l'inferno…, ma noi non abbiamo tanto chiara questa faccenda, perché abbiamo un'idea tutta nostra del Cristianesimo… come vorrei demolirla, in quest'incontro!

La santità consiste nel comportarci bene o nella fiducia? (Qualcuno risponde: "Nella fiducia"). Bello dirlo, ma ci crediamo? Abbiamo il coraggio di crederci?

Ditemi, ma noi ci crediamo che Dio ci ama? Noi ci crediamo che Dio ci ama personalmente e che ama soltanto te, soltanto te, soltanto te, soltanto me…? In fondo in fondo, nessun peccato fa problema a Dio, niente ostacola il nostro rapporto con Dio, il nostro accesso alla più alta santità, tranne un solo, vero peccato: non fidarsi del suo Amore misericordioso, o peggio, non credere di aver bisogno della sua misericordia. Misericordia significa il cuore dato a te, misero, a te, misera, il cuore di Dio.

1 Il testo, rivisto dalla Madre, conserva lo stile del linguaggio parlato

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