Punto luce novembre 2022 - VITA SPIRITUALE E DI PREGHIERA

Testo del Punto_luce di_novembre saricabile_2022.pdf 

Carissime e carissimi tutti,

vorrei meditare con voi su un aspetto dell’amore, da cui non possiamo prescindere se vogliamo camminare speditamente sulla “via dell’Amore”, si tratta della vita spirituale e di preghiera vista nelle sue dimensioni personale e comunitaria.

Memori delle parole di Gesù: «Dove due o più sono uniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20), siamo chiamati a essere sempre più in comunione con Gesù in mezzo a noi e con l’intera umanità bisognosa di salvezza.

 

Vita spirituale

L’itinerario spirituale della via dell’Amore è un cammino di santità che è ad un tempo personale e comunitario, esso tende a condurre all’unione con ciascuna delle tre Persone divine, portandoci a vivere, in comunione con Maria, la relazione con Dio-Trinità non solo come persone, ma anche come comunità, come Chiesa viva.

Amare Dio, facendo la sua volontà, deve essere l’asse portante della nostra vita.

Alla scuola del Vangelo impariamo ad entrare in comunione con Dio, fra noi e con gli altri.

L’impegno a vivere il comandamento dell’amore scambievole datoci da Gesù ci fa uno fra noi in lui; la condivisione delle esperienze sulla Parola di Dio alimenta e approfondisce questa unità, operando una continua conversione personale e comunitaria.

La comunicazione delle luci e delle intuizioni avute sulla Parola di Dio, l’ascolto reciproco, la comunione d’anima ci danno una nuova comprensione del Vangelo, focalizzandoci sempre più sulla presenza di Gesù in mezzo a noi quando siamo uniti nel suo nome (cfr. Mt 18,20).

Non è poi possibile camminare sulla via della santità senza imbatterci nella realtà della sofferenza, come afferma Gesù nel Vangelo: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (Lc 9,23).

Gesù stesso, sulla croce, ha assunto su di sé ogni nostro dolore e peccato, fino a fare l’esperienza di sentirsi abbandonato dal Padre; vivere, allora, ogni nostra sofferenza unendola alla sua passione trasforma ogni nostra prova in passaggio pasquale.

Impariamo, così, a fare la scelta di Gesù crocifisso e abbandonato, vivo e presente sia nelle piaghe della Chiesa e della società di oggi, sia nei nostri limiti personali e nelle nostre stesse infedeltà a lui.

La Vergine Madre ci indica la via, anzi si fa via per noi e impariamo a guardare la Chiesa e il mondo con gli occhi di Maria che non ha lasciato solo Gesù, sul Calvario; con lei e in lei siamo chiamati a riconoscere e amare Gesù presente in ogni dolore nostro, degli altri e dell’intera umanità; in comunione con lei amiamo ogni prossimo che incontriamo con un cuore di madre, col suo cuore, vedendo in ognuno Gesù stesso, il Figlio unico.

L’amore agli altri e fra noi, allora, lungi dall’allontanarci o dal distrarci dall’unione con Dio, approfondisce la nostra vita di preghiera, la cui meta non è solo il nostro personale rapporto con Dio dentro di noi, ma anche con Gesù fra noi riuniti nel suo nome. Lo Spirito Santo opera in noi e fra noi, santificandoci personalmente e insieme.

L’esperienza della mutua continua carità (cfr 1Pt 4,8) ci fa istaurare fra noi un rapporto trinitario, in forza del quale ci amiamo, in qualche modo, come il Padre e il Figlio nello Spirito Santo.

 

 

Vita di preghiera

La scelta dell’Amore come principio, fine e mezzo di ogni azione dà alla nostra vita una connotazione contemplativa, comunionale e apostolica.

Il «pregate incessantemente» (1Ts 5,17) evangelico è luce e meta sempre da perseguire, nella fedeltà a Dio e alla sua grazia. Il Vangelo ci mostra spesso Gesù immerso nella preghiera in un luogo appartato. Anche per noi è importante dedicare ogni giorno un certo tempo alla preghiera esplicita, la mancanza di fedeltà ad essa può condurci a vivere superficialmente.

Il rispetto di un certo ritmo di vita è fondamentale per progredire nella via dell’Amore.

L’impegno a vivere la volontà di Dio dell’attimo presente, il ricorso a piccole invocazioni, come quelle dello “yoga mariano”[1], il silenzio interiore sono tutti aiuti efficaci per un vero raccoglimento interiore, educano, infatti, a un atteggiamento di amorosa attenzione a Dio e alla sua Presenza viva e operante in noi.

Offrire a Dio ogni nostra azione, dicendo: “Per te, Gesù! Con te, Maria!” ci sprona a camminare in esplicita comunione con Gesù e Maria.

È, però, importante avere dei momenti nella giornata in cui lasciamo ogni attività e ogni occupazione interiore per raccoglierci in Dio.

Il ritmo giornaliero e settimanale può essere dato dalla preghiera del mattino e della sera, dalla meditazione e orazione personale, dal rosario, dalla Messa… Nell’arco dell’anno possiamo fissare i tempi del ritiro mensile e degli esercizi annuali.

Ciascuno ha da pregare secondo un programma di vita adatto alla propria vocazione e ai doveri del proprio stato, ma per tutti, in un modo o in un altro, si impone il dovere di pregare; per fare questo bisogna tener conto di alcune condizioni necessarie. Per prima cosa, anche se dobbiamo imparare a pregare dappertutto, ciò non toglie che lo stesso Gesù ci esorta a ritirarci in un luogo adatto: «Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» (Mt 6,6).

Un’altra condizione per pregare bene è stare attenti alla posizione del corpo, scegliendo quella che più ci aiuta a raccoglierci, data l’inscindibile unità corpo-anima.

Fare silenzio interiormente è poi indispensabile per entrare in comunione con Dio e ascoltare la sua voce, che ci parla attraverso la nostra coscienza.

Varie possono essere le forme di preghiera: vocale, mentale, contemplativa, tutte si intrecciano in un cammino di crescita e di approfondimento della vita spirituale.

La preghiera vocale ben fatta può condurre alla contemplazione, in ogni caso quando preghiamo vocalmente può a volte non essere necessario prestare attenzione al significato di ogni parola, quel che conta è amare, può essere questo il caso del Rosario, mentre ripetiamo le Ave Maria.

La meditazione vuole portarci alla conversione della nostra mentalità, sintonizzandola sul Vangelo; essa non dovrebbe consistere nel riflettere molto, ma nell’amare, intrattenen-doci con Dio con fiducioso abbandono.

Esistono vari metodi di fare orazione, all’inizio è importante apprenderne qualcuno per imparare a meditare.

Qualunque sia il metodo adottato, si tratta sempre di scegliere un argomento tratto spesso dal Vangelo o dalla Scrittura; dopo la lettura o la presa in esame del tema è bene passare del tempo a meditare, alla riflessione dovrebbe subentrare il dialogo amoroso con Dio, fino a una sorta di preghiera affettiva, concludendo con un proposito pratico per la giornata.

Man mano che avanziamo nel cammino della preghiera, Dio può agire con l’iniziativa della sua grazia e condurci a una preghiera di semplice sguardo amoroso, fino alla contemplazione, ma questa non è in nostro potere possiamo solo predisporci ad essa, sapendo sempre tornare a meditare e a pregare come sappiamo qualora cessasse la spinta della grazia. In questo campo l’orazione può anche conoscere tempi di aridità e di buio dai quali Dio può farci passare per purificarci, quel che conta è lasciarci condurre da lui, docili alla sua grazia, sapendo che nella via dell’amore giungere all’unione con Dio coincide col vivere in profonda comunione di vita e di intenti fra noi e con gli altri. Noi camminiamo sulla via della santità insieme e questo ci santifica personalmente e comunitariamente. Alla fuga mundi di un tempo, che pure ha fatto i santi, subentra ora l’amore a Gesù in mezzo a noi, il Santo fra noi che ci rende partecipi della sua santità come persone e come comunità.

I rapporti fra noi, la reciproca correzione e promozione, la comunione interpersonale ci fanno sempre più Chiesa viva; la nostra unione con Dio alimentata dall’amore a Gesù crocifisso e abbandonato è così inscindibile dall’amore a Gesù fra noi e in ogni prossimo che incontriamo.

La preghiera ci porta nel cuore di Cristo e del suo mistico Corpo, potremmo concludere dicendo che l’amore verso Dio va di pari passo con l’amore fra noi e con gli altri.

sr. Nunziella

 

 

SLOGAN:             «Pregate incessantemente» (1Ts 5,17)

 

[1] Scopelliti sr. Nunziella, Itinerario di luce, Ed. Paoline, 2018, pp. 49-56.

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