Oggi ricorre il decimo anniversario della partenza per il Cielo di Rosaria Leopardi in Lanza, di Mamma Sarina, come la chiamavamo in molti.
Noi desideriamo ricordare i morti, i nostri morti, perché nella vita, un giorno, ci appartennero e se ne sono andati prima di noi; insieme con loro abbiamo percorso un tratto di strada, ci hanno accompagnati nel cammino, ci hanno aiutato a crescere, ci hanno trasmesso la fede.
Dio ci ha messo accanto un padre, una madre, dei fratelli, delle sorelle, una moglie, un marito, degli amici, dei conoscenti e tutti e in diversi modi ci sono stati dati per la vita e per la morte, per sempre.
«Le anime dei giusti… sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace» (Sap. 3,1-3).
L’amore non muore, è eterno, perché Dio è Amore ed è il Dio dei vivi e dei morti.
Il Dio dei viventi ci conceda che il silenzio di quelli che sono già andati diventi la fortissima parola del loro amore per noi.