Carissime e carissimi tutti,
vorrei questa volta approfondire con voi qualche aspetto del grande mistero dello Spirito Santo e della sua ineffabile presenza in noi e nella comunità ecclesiale.
Lo Spirito è, infatti, il vincolo della nostra unità in Cristo Signore, i suoi frutti di pace, gioia, benevolenza, amore… ridondano a nostro beneficio, sostenendoci nel cammino di santità, a cui Dio ci chiama.
La vera Chiesa di Cristo non è costituita da un tempio di pietre, ma da noi, pietre vive del suo Corpo mistico. Una costruzione, però, tiene bene se il cemento unisce le varie parti in armonia; questo cemento, questo legame, questa unità fra tutti noi nel Corpo di Cristo è opera dello Spirito Santo.
Noi cristiani crediamo in Dio, ma la grande rivelazione che Dio ha fatto di sé stesso ci ha manifestato un fatto strabiliante: Dio è una famiglia, perché è tre Persone, non è una sola persona.
Questo grande mistero e, conseguentemente, l’esistenza dello Spirito Santo, noi abbiamo potuto conoscerlo, per la prima volta nella storia, quel famoso giorno in cui, in una città della Palestina, in una piccola casetta, un angelo, un messaggero del Cielo, un inviato di Dio ha portato a Maria l’annuncio che lei, fra tutte le donne, era stata prescelta per essere la Madre del Messia atteso da secoli. In quell’occasione, l’angelo si è espresso in maniera tale da far riferimento alla tre Persone divine, così al momento dell’Annunciazione, per la prima volta nella storia dei secoli, abbiamo saputo che Dio è uno e trino e che esiste lo Spirito Santo.
Se proviamo a contemplare per un attimo il grande mistero della Trinità con sguardo di fede possiamo lasciarci illuminare dalla preghiera sacerdotale di Gesù: «Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi […]». (Gv 17,21)
Ci ritroviamo così a cogliere nella fede la bellezza dell’insondabile mistero della vita trinitaria partecipata a noi: Cristo in noi, noi in Cristo nel seno del Padre.
Gesù muore in croce per portarci nella sua famiglia, nella Trinità, per parteciparci l’Amore stesso che lo lega al Padre, lo Spirito Santo, l’ “abbraccio sostanziale”, l’ineffabile unità che mette in relazione l’Amante con l’Amato: l’Amore in persona, lo Spirito, Ruah, soffio, vento, brezza leggera.
Lo Spirito Santo ci unisce a Cristo, svelandoci il senso della presenza, dell’inabitazione della Trinità in noi; grazie alla sua azione siamo innestati e incorporati in Cristo. «Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito». (1Gv 4,13)
Gesù ci comunica il suo Spirito che lega ciascuno di noi a lui. È l’azione dell’Amore increato, vincolo di unità…
Lo Spirito, abbraccio sostanziale fra il Padre e il Figlio, al momento dell’Annunciazione, ha operato l’indissolubile unità, il “tu in me e io in te” (cfr. Gv 17,21) tra il Verbo e Maria.
La Vergine Madre esprime e compendia in sé tutta l’attesa del Messia del popolo ebraico. Lo Spirito, la Relazione sostanziale e increata, opera dentro e fuori della Trinità. All’unità tra il Padre e il Figlio corrisponde, in un certo senso, quella tra la Madre e il Figlio e di tutti noi innestati in Cristo.
Come i petali di una margherita sono uniti tra loro, perché legati ciascuno alla corolla, così noi siamo uniti fra noi perché legati a Cristo. Il legame nello Spirito con il Figlio, con Cristo Signore, ci fa uno tra di noi e ci fa Chiesa.
O immensa bellezza della comunione trinitaria!
Potremmo dire che in Dio-Trinità l’umanità non è altro che un immenso concerto, dove ogni persona è una nota irripetibile e unica.
Questa comunione in Dio fatta dallo Spirito non è panteismo, perché noi non ci perdiamo in Dio, ognuno di noi conserva, anche in Paradiso, la sua personalità, la sua nota, la sua distinzione personale. Noi, come persone, ci distinguiamo per poter amare Dio, laddove se ci perdessimo in lui, non potremmo più amarlo. L’identificazione d’amore la fa invece lo Spirito, perché ad un tempo unisce e distingue. È il mistero della Trinità, in cui le Persone sono uguali e distinte: Padre, Figlio e Spirito; è il mistero della vera comunione ecclesiale, in cui le persone sono uguali e distinte: uguali in dignità, ma distinte nel rispetto assoluto l’una dell’altra.
Quel che conta per noi è entrare in questo mistero, metterci cioè in contatto con lo Spirito Santo, per imparare a distinguere la sua voce interiore e la sua presenza in noi. La vita trinitaria di cui Dio vuole renderci partecipi non è frutto del nostro impegno personale. Noi possiamo solo predisporci ad accogliere in noi la grazia della comunione, in modo da permettere allo Spirito Santo di operare in noi con efficacia, senza vivere con gli altri come pezzi staccati di un unico mosaico, ma come membra vive del Corpo mistico di Cristo unite fra noi in lui. Questo è possibile se impariamo ad amarci lasciandoci guidare dall’Amore in persona, cioè dallo Spirito. L’amore umano, infatti, non è esente da crisi, non tiene in tutte le circostanze, non dura e anche quando dura non è esente da sofferenze, da prove, da fallimenti e anche da varie infedeltà.
Per essere membra vive del Corpo di Cristo, uniti fra noi, dobbiamo invece scegliere di amarci non tanto col nostro amore umano, ma guidati dall’Amore in persona, mettendoci in ascolto della voce interiore della coscienza attraverso la quale lo Spirito orienta e guida il nostro piccolo cuore conducendolo all’unità con Cristo e con gli altri in Cristo. Per far questo dobbiamo imparare a discernere quanto lo Spirito Santo ci suggerisce, interiormente, momento per momento.
Se viviamo sintonizzati sullo Spirito, godremo di una grande pace e dei suoi frutti: consolazione, gioia, benevolenza…
Lo Spirito ci abita, ci unisce a Maria, a Cristo; è presenza ineffabile, dolcissima; ci invade, ci guida. Se decidiamo di rinnegare noi stessi, persino nel nostro modo buono e bello di amare per imparare ad amare nello Spirito, se facciamo silenzio dentro di noi, per ascoltare la voce della coscienza e seguirla nell’attimo presente, se facciamo così impareremo ad esprimere l’amore in modi completamente diversi dai modi umani che, a volte, sono influenzati da interessi, condizionamenti, simpatie, paure, ecc. Si tratta di dire il nostro “sì” incondizionato all’Amore per vivere e amare nello Spirito.
Quel che conta è discernere la volontà di Dio da compiere nel momento presente, invocando lo Spirito Santo perché ci illumini e ci conduca sulle sue strade, restando costantemente e continuamente in comunione con Dio e fra noi.
Mettiamoci, allora, in ascolto dello Spirito perché ci conduca sulle sue vie e rafforzi sempre di più la nostra unità con Dio e fra noi in Cristo Signore.
La nostra preghiera diventi invocazione fiduciosa:
Vieni, dolce Consolatore,
vieni tu dentro di noi,
svelaci il segreto della tua Persona
e contempleremo l'insondabile tenerezza
con cui il Padre e il Figlio si amano.
Vieni, soffio infuocato,
accorda i nostri cuori
come docili strumenti
della tua divina orchestra;
intonali sul Figlio,
che è l'alfa e l'omega,
l'unica Parola che il Padre sol pronuncia,
in essa generandoci
parole nella Parola.
Vieni, dolce Consolatore.
sr. Nunziella