Carissime e carissimi tutti,

vengo a voi in piena calura estiva per rinnovare la nostra reciproca unità e il nostro impegno a camminare uniti nella via dell'Amore per farci santi insieme, a questo ci ha sollecitato la recente professione religiosa di sr. Silvia, che ci ha visti coinvolti in tanti, partecipi della sua gioia e desiderosi di dire anche noi con lei il nostro "sì" a Dio, ciascuno secondo il proprio stato di vita.

La sequela di Gesù ci chiama alla santità, che è dono e partecipazione alla santità di lui. Viviamo allora cercando le cose di lassù.

  

Se fosse in mio potere, vorrei essere già santa per testimoniare la bellezza di Dio nella Chiesa e nel mondo di oggi, non mi scoraggiano però i miei limiti o le mie imperfezioni. Se Dio ci invita alla santità: «Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo (Lev 19,2), è segno che la santità è per noi possibile fin da ora.

Saremo un giorno santi in cielo, se lo siamo già qui in terra, la morte ci rivelerà ciò che già siamo. Ciò significa che la santità è per noi raggiungibile da subito se è la santità di Dio, di Gesù in mezzo a noi, il Santo fra noi.

La santità è un dono da accogliere con umiltà, Dio ci può condurre ad essa quando vuole e come vuole, essa non è dunque un frutto dei nostri sforzi e dei nostri meriti, anche se è esigita la nostra corrispondenza alla grazia.

Ho sempre detto che desidero andare in Cielo a mani giunte, senza niente, per pronunciare al mio arrivo un solo nome: "Maria", in lei è tutta la mia fiducia. Sento che la mia è una strada di piccolezza e di abbandono nelle braccia della Madre. Non si tratta per me di scalare la montagna della perfezione, ma di percorrere la via dell'infanzia spirituale per discendere nella valle dell'umiltà e risalire in braccio a Maria fino alla Trinità.

Fare la volontà di Dio dell'attimo presente ci conduce in questo cammino; discernere e compiere quello che Dio vuole da noi ogni momento non significa compiere una serie di atti con perfezione e secondo la legge morale, ma restare all'ascolto della voce della coscienza e delle mozioni dello Spirito Santo, significa anche stare attenti alla conduzione di Dio attraverso gli avvenimenti della nostra vita e della storia che viviamo.

Non dimentichiamo che saremo santi domani, se lo siamo subito accogliendo in noi l'Amore, che è Dio, il Santo fra noi, che ci illumina e guida.

Per amare Dio non abbiamo altro che l'istante presente da vivere in pienezza.

Il cammino della santità è mirabilmente sintetizzato nel salmo 84, in cui il salmista rivolto al suo Signore così si esprime:

«Beato l'uomo che trova in te il suo rifugio

e ha le tue vie nel suo cuore.

Passando per la valle del pianto

la cambia in una sorgente;

anche la prima pioggia

l'ammanta di benedizioni.

Cresce lungo il cammino il suo vigore,

finché compare davanti a Dio in Sion».

Se camminiamo ogni giorno nella volontà di Dio, accogliendo in noi la sua grazia che ci guida e ci apre alla sua santità, crescerà, lungo il cammino, il vigore del nostro spirito, finché compariremo davanti a Dio nella Gerusalemme celeste. Passando per la valle del pianto, attraverso le varie prove della vita, la cambieremo in una sorgente.

Camminiamo allora, con determinazione, nella via della santità; abbiamo una sola vita, non sprechiamola.

Saremo santi, se siamo santi oggi, adesso, subito, vivendo ogni istante nell'amore.

Ricominciamo sempre senza mai perdere la speranza e la fiducia.

Facciamoci santi insieme, custodendo la presenza di Gesù fra noi per irradiare nel mondo la bellezza della comunione.

Non accontentiamoci di piccole cose, Dio vuole far grandi cose in noi.

Se amiamo, Gesù è fra noi ed egli, il Santo, ci santifica insieme.

sr. Nunziella

 

Carissime e carissimi tutti,

in questo mese di giugno vorrei meditare insieme con voi sul grande mistero dell’Eucarestia, in forza del quale diveniamo consanguinei di Cristo e membra vive del suo mistico corpo.

 

La nostra vita cristiana si inscrive nella realtà della celebrazione dell’Eucarestia.

Ogni nostra messa è partecipazione a quell’unica cena del Giovedì Santo, che ogni celebrazione eucaristica attualizza nello spazio e nel tempo. Tale memoriale della morte e risurrezione di Cristo ci immette nel suo mistero e dà senso alla nostra vita.

Nell’Eucarestia, Gesù ci dà la sua carne e il suo sangue da mangiare per trasformarci in lui e farci risorgere con lui. Egli è il pane della vita, senza il quale non potremo vivere eternamente, venendo in noi ci fa una cosa sola con lui e in lui fra noi. Ciò è ben significato nei segni del pane e del vino, come molti chicchi di frumento macinati fra loro diventano una sola farina, così noi, immessi per l’Eucarestia nel mistero della passione e morte di Gesù, diventiamo un solo corpo, il corpo di Cristo, destinato alla gloria; come tanti acini d’uva pigiati insieme diventano un solo vino, così noi purificati e trasformati nel sangue di Cristo diventiamo uno fra noi e con lui.

Nei due segni del pane e del vino Gesù ci dona tutto se stesso, senza dividersi.

In quel Giovedì Santo Gesù ha anticipato la sua crocifissione e la sua risurrezione, dandosi a noi nella totalità del suo mistero, trasformando in sé il pane e il vino frutto della terra e del nostro lavoro, doni e segno dell’intera creazione.

Gesù Eucarestia è il Cristo glorioso, nel quale siamo già tutti noi, è la fonte della nostra unità con lui e, in lui, con l’intera umanità e col cosmo.

Del tutto speciale è poi il legame della Vergine Madre con l’Eucarestia, se si pensa che Gesù ha preso la carne immacolata da lei.[1]

“Maria mistica”, intesa come la realtà dei cristiani uniti alla Madre quasi come suo corpo, offre a Cristo la sua carne “maculata” nella Messa perché egli, assumendola, redima l’intero suo Corpo mistico.

L’Eucarestia è il mistero tutto compiuto. È la presenza di tutti gli uomini e di tutte le donne di tutti i secoli già morti e risorti nel Cristo, del cosmo già trasformato nei “nuovi cieli e nella nuova terra”, di cui parla l’Apocalisse.

Tuttavia, quello che è già in atto nell’Eucarestia insieme sta avvenendo oggi, adesso.

L’assunzione di tutti noi e del creato in Cristo già tutta “avvenuta” in Gesù Eucarestia deve ancora avvenire, lo dice il permanere del segno del pane e del vino, che cesserà quando tutti i salvati e tutto il cosmo saranno diventati Eucarestia, uno col Risorto. Allora il banchetto sarà celebrato ugualmente, ma i commensali consumeranno la cena nella Gloria tutta in atto.

Ogni giorno qualcosa in più di noi, della nostra vita e del cosmo viene eucaristizzata nella celebrazione della messa, ma quest’ultima rende presente l’assunzione del tutto da parte del Verbo.

Ogni offerta, consacrata, diventa il tutto.

Il tempo rende presente l’Eterno.

Io mi nutro dell’Eucarestia e Cristo mi assume: io in lui e lui in me. Io divento Cristo, il tutto, non Gesù storico, ma il Cristo totale, il Risorto che è nel seno del Padre e di cui tutti siamo membra. Il Risorto è tutto in tutti, il Cristo realmente presente nell’Eucarestia, nel quale siamo già tutti noi con e in Maria.

Gesù Eucarestia ci fa concorporei con sé e fra noi, mettendoci in comunione tra noi; diventiamo così Eucarestia, pane d’amore offerto per l’umanità; in Cristo Gesù diventiamo dono reciproco gli uni per gli altri. Nutriti dello stesso Pane, diveniamo a nostra volta Pane per gli altri, concorporei di Cristo.

Il grande mistero dell’Eucarestia ci mette così in comunione con l’umanità di tutti i tempi e col cosmo, non coll’insieme, ma con ciascuno e con ogni cosa.

Esiste una sola Messa, che ogni messa attualizza e una sola Eucarestia, che ci fa uno in Cristo, ma quello che è già in atto, deve ancora divenire. È il processo del già e del non ancora; non ci resta, allora, che cibarci dell’Eucarestia per immergerci in questo mistero insondabile.

 

 

Gesù Eucarestia,

abisso d'amore,

oceano in cui mi immergo

e mi ritrovo in te,

con Maria

e l'immenso stuolo

degli altri figli e figlie

dell'unico Padre.

 

 Io mi nutro di te,

Gesù Eucarestia,

fammi diventare, in te,

pane d'amore

offerto per l'umanità.

 

 Pane vivo,

tu mi nutri di te,

sei più forte di me

e mi trasformi in te,

ma resto me,

distinta da te,

capace di amarti

e adorarti.

 

 O mistero d'Amore,

Cristo Signore,

la creazione sarà

ricapitolata in te.

Io vivo in te,

o mio Signore,

fammi diventare

Eucarestia.

 

sr.Nunziella

 

[1] Le considerazioni che seguono sono tratte da un mio testo del 1983.

 

Carissime e carissimi tutti,

torna maggio, il mese delle rose, il mese di Maria.

Papa Francesco ci ha esortati a unirci a lui recitando ogni giorno il Rosario per chiedere la fine della pandemia. Possa questa essere un'esperienza di approfondimento della nostra vita cristiana in comunione con Maria; è appunto di lei che oggi vorrei parlarvi, è con lei e in lei che desidero percorrere con voi la via dell'Amore.

La bellezza della Vergine Madre è stata una luce che ha illuminato i miei passi fin dalla giovinezza, conducendomi a vivere con lei e a rivolgermi spesso a lei.

Nella via dell'Amore, Maria ci guida e ci sostiene se facendoci piccoli sappiamo farci prendere in braccio da lei, quando il cammino della vita si fa più difficile.

 

Se guardiamo al mistero dell'assunzione di Maria in Cielo vediamo che l'Assunta rappresenta, in qualche modo, tutta l'umanità redenta; quale Madre nostra ci indica la meta verso cui anche noi siamo protesi: noi seguiremo il suo destino. Siamo chiamati ad andare a Gesù tramite Maria; in comunione con lei, tutti, uomini e donne, quasi "unica madre", possiamo scoprire la nostra vocazione, quella di dare, per così dire, la carne a Cristo Signore, perché egli continui in noi la sua incarnazione.

La Vergine Madre non è una santa come le altre, ma colei che, per un particolarissimo disegno di Dio, vive in comunione con la Trinità già da ora in Cielo in corpo ed anima, dispiegando e illuminando il mistero della redenzione di "tutto l'uomo", come leggiamo in Genesi, maschio e femmina lo creò (cfr. 1,27).

Accanto al Risorto ecco allora l'Assunta, entrambi spiegano il destino finale della persona umana redenta e trasfigurata nella gloria in tutta la bellezza della sua mascolinità e femminilità. Tutti, uomini e donne, ci ritroveremo un giorno cristificati e fatti uno nel Corpo mistico di Cristo, insieme con Maria, nostra Madre, quasi contenuti in lei, parole nella Parola, note diverse di una sola armonia, intenti a cantare il canto nuovo nel Regno di Dio.

Protesi verso questa meta sublime, viviamo allora la nostra vita in comunione con Maria, lasciandoci condurre dallo Spirito Santo nel cammino della santità. Intavoliamo rapporti autentici con gli altri per diventare quello che già siamo membri dell'unico Corpo mistico.

Invochiamo spesso, durante il giorno, Maria perché ci aiuti ad amare col suo cuore, per imparare ad essere una sua "mistica presenza" qui in terra, che continua a generare Gesù in noi e fra noi.

Non stanchiamoci d'amare sempre tutti i prossimi con cui entriamo in contatto quali membri dell'unica famiglia dei figli di Dio.

Un piccolo segreto per mantenere il nostro spirito aperto all'Amore potrà essere quello di prestare attenzione alle piccole cose della vita quotidiana, compiendole con cura e dedizione. A volte potrà trattarsi di non indugiare a fare la volontà di Dio dell'attimo presente; spesso invece temporeggiamo, anche per pochi secondi, senza seguire con prontezza le mozioni dello Spirito Santo che interiormente ci guida attraverso la voce della nostra coscienza. Ricordiamoci di Maria che si è recata "in fretta" (Lc 1,39) dalla cugina Elisabetta, impariamo da lei ad amare concretamente, subito, senza pesantezze.

Altre volte potremo cercare di essere più sobri e temperanti nel prendere i pasti, sapendo limitarci nel mangiare senza eccessi. Potrà anche capitarci di essere tentati di dire parole insipienti e inopportune in certe circostanze, potrà allora essere necessario porre una custodia alle nostre labbra (cfr. Sal 14,1,6).

Tutti questi piccoli atti d'amore saranno i nostri tentativi di aprirci all'Amore, se così faremo Dio non tarderà a venirci incontro, colmandoci della sua grazia, facendoci capaci di amare guidati dallo Spirito, sì da partecipare alla vita della Vergine Madre.

 

sr. Nunziella

Dear all,

we are finally in the Easter season, the time in which the Church invites us to contemplate Jesus risen. If we travel the way of Love together, pooling our experiences, it won’t be long before we experience the joy of the presence of Christ our Lord in the community united in his name.

 

When Jesus lived and walked the streets of Palestine, his disciples followed him and he was in their midst; even today he continues to be in our midst when we are united in his name, as he himself has said: “For where two or three are gathered together in my name, there am I in the midst of them.” (Mt 18,20).

That indefinite “two or more” makes me think that it could also be any two people, even two sinners, who, however, are determined for Christ and have gathered in his name. Consequently, it can deal with two or more of us, who are resolved to reciprocally love each other as Jesus has loved us, that is to the point of giving his life for us. If we are also ready to give our life for one another, as Jesus asks us with his commandment, then

he is in our midst and makes us one. This presence of the Risen Lord in the community is carrier of joy. Jesus among us makes our hearts burn, he is the sun of our life, he is the Saint among us; having had the experience of this his presence leaves an infinite fascination and a deep longing in the innermost of our hearts, in the case that we stray from this climate of communion, resisting against grace. Therefore, the required condition to have Jesus present among us is loving each other as he has loved us, such reciprocal love carries us to be united in the same faith in Christ to the point of experiencing unity of thought and harmony of feelings.

Reciprocal charity lived like this makes the path of holiness easier, illuminating our minds so that to receive light on God’s Will in certain situations, sometimes it is enough gathering in the name of Jesus to “see a question together”, to evaluate the different aspects of a determined issue in order to make the right decision and do the necessary discernment.

Jesus among us makes us a ‘living church’, he spiritually unites every one of us to each other, even if we are physically distant; he puts us in communion with the universal church.

This presence of the Risen Lord in the community united in his name renders us living Gospel, he gives us strength and courage to face the difficulties of life, because mutual help and reciprocal correction permits us to rise again after every fall, and not to stop in front of our limits or those of others.

Reciprocal love expresses itself and is deepened in the various aspects of daily life, making us experience in different ways the joy and light of Jesus living and working among us, he causes us to live with an evangelical spirit our work, the administration of the few or many goods which we possess, our relationships with others, our prayer, our studies, the way we arrange our house, our way of dressing, updating with others and listening to news from the Church and society. When we are united like this in love, Jesus is with us in everything we do; we are and move around in his presence, we are guided by his wisdom in living the various concrete aspects of our life.

If we nourish our availability to give our life for one another, cultivating within us the life of grace, restarting after every fall, we will learn to live always more constantly with Jesus in our midst, immediately reconstructing the unity every time it crumbles.

In fact, it is not possible to experience the presence of the Master among us if we close ourselves to the action of God’s grace.

On the other hand, if we are united in such a way to be and become a living community enlightened by the light of the Risen Lord, our testimony will conquer hearts and others will recognize us as authentic disciples of Jesus.

The presence of the Risen Lord in the community warms our hearts, opening them to understand the Sacred Scriptures, as it happened to the disciples of Emmaus. Great is then the power of prayer done together, it obtains everything, from the big to the little material and spiritual things. we obtain whatever we ask the Father because it is Christ among us who asks for it, as he himself affirms: “Again, I say to you, if two of you agree on earth about anything for which they are to pray, it shall be granted to them by my heavenly Father. For where two or three are gathered together in my name, there am I in the midst of them.” (Mt 18,19-20).

Jesus among us is, so to speak, our holiness, he alone is the Saint, and we cannot aspire to our own presumption and impossible personal perfection, but rather aspire to participate in his life, being with him, for this reason I would like to conclude praying:

 

O Jesus,

you know our weakness and our limits;

you know that we aren’t saints,

but only in love with you;

you alone are the Saint.

Our path is you present among us.

If, however, so that Love would be loved,

it is necessary that we be saints,

make us saints

make us saints, for you, for your glory,

for your triumph among us.

Make us saints, as hundredfold

for having sought your kingdom among us. Amen.

 

 

A very blessed Easter!

sr. Nunziella Scopelliti

Carissime e carissimi tutti,

siamo ormai nel tempo pasquale, nel quale la Chiesa ci invita a contemplare Gesù risorto. Se percorriamo insieme la via dell’Amore, mettendo in comune le nostre esperienze, non tarderemo a sperimentare la gioia della presenza di Cristo Signore nella comunità unita nel suo nome.

 

Quando Gesù viveva e si aggirava per le strade della Palestina, i suoi discepoli lo seguivano ed egli stava in mezzo a loro; anche oggi egli continua a stare fra noi quando siamo uniti nel suo nome come egli stesso ha detto: «Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20).

Quell’indefinito “due o più” mi fa pensare che si possa trattare di due persone qualunque, anche di due peccatori, che però si siano determinati per Cristo e si siano riuniti nel suo nome. Può dunque trattarsi di due o più di noi decisi però ad amarsi scambievolmente come Gesù ci ha amati fino al punto di dare la vita per noi. Se anche noi siamo pronti a dare la vita l’uno per l’altro, come Gesù ci chiede col suo comandamento, egli è in mezzo a noi e ci fa una cosa sola fra noi. Questa presenza del Risorto nella comunità è portatrice di gioia. Gesù in mezzo a noi fa ardere i nostri cuori, è il sole della nostra vita, è il Santo fra noi; avere fatto l’esperienza di questa sua presenza lascia nel nostro intimo un’infinita attrattiva e una grande nostalgia nel caso in cui ci si allontani da questo clima di comunione, resistendo alla grazia.

La condizione richiesta per avere Gesù fra noi è, dunque, quella di amarci come egli ci ha amato, tale amore reciproco ci porta ad essere uniti nella stessa fede in Cristo fino a sperimentare l’unità di pensiero e l’accordo dei sentimenti.

La carità reciproca così vissuta facilita il cammino della santità, illumina le nostre menti al punto che per avere la luce sulla volontà di Dio da seguire in certe situazioni basta, a volte, riunirsi nel nome di Gesù per “vedere le cose insieme”, per valutare cioè gli aspetti diversi di una determinata questione in vista di prendere la giusta decisione e fare il dovuto discernimento.

Gesù in mezzo a noi ci fa Chiesa viva, ci unisce spiritualmente fra noi anche se fisicamente lontani, ci mette in comunione con la Chiesa universale.

Questa presenza del Risorto nella comunità unita nel suo nome ci rende Vangelo vivo, ci dà forza e coraggio per affrontare le difficoltà della vita, perché il mutuo aiuto e la correzione reciproca ci permettono di rialzarci da ogni caduta e di non fermarci davanti ai nostri limiti e a quelli degli altri.

L’amore vicendevole si esprime e si approfondisce nei vari aspetti della vita quotidiana, facendoci sperimentare in modi diversi la gioia e la luce di Gesù vivo e operante fra noi, egli ci porta a vivere con spirito evangelico il nostro lavoro, la gestione dei pochi o molti beni che possediamo, le relazioni con gli altri, la preghiera, lo studio, la sistemazione della nostra casa, il nostro modo di vestire, l’aggiornamento e l’informazione ecclesiale e sociale. Quando siamo così uniti nell’amore, Gesù è con noi qualunque cosa facciamo; siamo e agiamo alla sua presenza, siamo guidati dalla  sua sapienza nel vivere i vari aspetti concreti della nostra vita.

Se alimentiamo la nostra disponibilità a dare la vita gli uni per gli altri, coltivando in noi la vita di grazia, ricominciando dopo ogni caduta, impareremo a vivere, sempre più costantemente, con Gesù in mezzo a noi, ricomponendo subito l’unità qualora si fosse incrinata.

Non è, infatti, possibile sperimentare la presenza del Maestro fra noi se ci chiudiamo all’azione della grazia di Dio.

Se, però, saremo uniti in modo da essere e diventare una comunità viva rischiarata dalla luce del Risorto, la nostra testimonianza conquisterà i cuori e gli altri ci riconosceranno come autentici discepoli di Gesù.

La presenza del Risorto nella comunità riscalda i nostri cuori aprendoli alla comprensione delle Sacre Scritture, come è successo ai discepoli di Emmaus. Grande è poi il potere della preghiera fatta insieme, essa ottiene tutto, dalle grandi alle piccole cose materiali e spirituali. Qualunque cosa chiediamo al Padre la otteniamo perché è Cristo in mezzo a noi che la chiede, come egli stesso afferma: “In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio gliela concederà perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,19-20).

Gesù fra noi è, per così dire, la nostra santità, egli solo è il Santo e noi non aspiriamo a una nostra presunta e impossibile perfezione personale, ma a partecipare alla sua vita, a stare con lui, per questo vorrei concludere pregandolo:

«O Gesù,

tu conosci la nostra debolezza e i nostri limiti;

tu sai che non siamo santi,

ma solo innamorati di te;

tu solo sei il Santo.

La nostra strada sei tu presente fra noi.

Se, però, perché l'Amore sia amato,

è necessario che noi siamo santi,

facci santi

Facci santi per te, per la tua gloria,

per il tuo trionfo fra noi.

Facci santi, come centuplo

per aver cercato il tuo Regno fra noi. Amen»

 

Auguri vivissimi di buona Pasqua

sr. Nunziella

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