Quando due o più persone, amandosi reciprocamente, hanno gustato, almeno una volta, la gioia della comunione, diventano più sensibili e capaci di percepire la presenza operativa di Gesù e di Maria nei e fra i cuori; in tal caso, se per colpa di qualcuna, la concordia e l'unità si incrinano, la sofferenza che ne provano è più grande; hanno l'impressione che il sole non splenda più e che lo stare insieme non abbia più senso.
C'è un modo per non lasciarsi fermare da queste difficoltà e sperimentare, dopo ognuna di queste inevitabili prove, una sorta di piccola risurrezione e di crescita nella stessa comunione: basta saper fare un falò di qualunque momento negativo con un atto di misericordia reciproca, perdonandosi e chiedendosi scusa con semplicità.
Diventeremo, così, capaci di ricominciare sempre, al di là di ogni caduta o offesa ricevuta. A questo proposito va detto che è spesso più difficile essere misericordiosi con se stessi. I santi non sono persone che non hanno mai sbagliato, ma che hanno saputo fidarsi di Dio.
Vivere la misericordia verso l'altro o verso se stessi significa vederci nuovi. Quando Dio ci perdona, ci rinnova senza più ricordarsi del nostro peccato; anche noi dobbiamo fare così.
L'amore risorge più bello se ci si sa perdonare: ci si incontra di nuovo ed è come se ci si conoscesse in quel momento.
Per camminare più veloci proviamo ad alzarci, ogni mattina, e a guardare noi stessi e gli altri con uno sguardo rinnovato, senza sorprenderci se un nostro amico, che si era allontanato, torna a cercarci con interesse, senza restare delusi se un altro, da cui non ce lo saremmo aspettato, ci tratta male: tutti possiamo sbagliare e ricominciare.
Non ci chiudiamo nei pregiudizi, impariamo a perdonarci e a crescere insieme.