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Carissime e carissimi tutti,
vorrei soffermarmi questa volta con voi sull'importanza di camminare insieme sulla via dell'Amore alimentando la reciproca comunione attraverso i mezzi di comunicazione sociale più rapidi ed efficaci.
Percorrendo una strada di santità comunitaria ci sentiamo, infatti, chiamati a essere una sola e medesima famiglia unita da vincoli superiori a quelli della famiglia naturale, così è l'unità in Cristo Signore che andiamo sperimentando.
Sentiamo, infatti, che pur essendo molti, siamo un sol corpo. L'aggiornamento vicendevole ci rende partecipi della vita di tutti e di ciascuno; le esperienze di vita raccontate e accolte con amore ci nutrono e spronano nella nostra crescita umana e spirituale.
Se ci impegniamo insieme ad altri in un cammino di vita cristiana amandoci scambievolmente, costituiremo ben presto una comunità illuminata dalla presenza di Gesù, che ha promesso di essere presente là dove due o più sono uniti nel suo nome (cfr. Mt 18,20). Comunicarsi a vicenda le esperienze vissute, le gioie, i dolori, le prove, servirà allora a crescere come corpo in unità fra noi. Sperimenteremo così la bellezza della comunione trinitaria, com'è possibile viverla quaggiù, «come in cielo così in terra» (Mt 6,10c). La vita della Trinità è, infatti, comunicazione perenne, dinamismo relazionale sempre in atto in un'eterna novità.
Come scrivo in un mio diario:
“Per me comunicare è parte integrante dell'Amore. Come ogni giorno ho bisogno di mangiare, di dormire… di nutrirmi dell'Eucarestia, così debbo anche quotidianamente vivere la comunione concreta con qualcuno, donando la mia esperienza di vita o attraverso un incontro, o una lettera, o una telefonata… La mia vita, la mia esperienza di Dio deve entrare in circolo nel Corpo mistico sia a livello dell'essere, sia della comunicazione verbale, perché non sono un puro spirito, ma una creatura umana. Nella Trinità tutto circola. Anche noi dobbiamo vivere “in Trinità”[1], costituendo ogni giorno delle “Trinità concrete”[2] con i fratelli e le sorelle che Dio ci dà, questi ultimi diventano così la porta d'entrata nel Corpo mistico totale. La comunione è la mia natura e la mia grazia”.[3]
L'unità con coloro con cui si condivide il cammino della vita si approfondisce, infatti, attraverso lo scambio delle notizie e delle esperienze di vita, in quest'ottica comunicare non è informare, ma edificare la comunione, utilizzando per questo anche tutti i mezzi di comunicazione sociale a servizio dell'amore.
Ascoltare le esperienze degli altri per imparare da ciascuno ci fa camminare insieme sulla via della santità, diventando sempre più un cuor solo e un'anima sola. Ovunque siamo, vicini o lontani, dobbiamo sentirci una cosa sola fra noi, per questo le notizie devono circolare con rapidità perché tutti partecipino della vita di tutti.
La corrispondenza di vario tipo e le varie testimonianze di vita alimentano le relazioni fra noi. Tale aggiornamento reciproco è, certamente, uno dei mezzi più importanti per custodire ed alimentare l'unità fra noi; tutto deve essere comunicato e tutti debbono essere resi partecipi. Per aggiornamento intendo proprio la comunicazione delle esperienze e delle notizie all'interno della comunità unita nel nome di Gesù.
Conoscere fatti concreti e avvenimenti, scrivere e informare di quanto si è vissuto ci permette inoltre di metterci fin da ora in comunione con quelli che verranno dopo di noi attraverso scritti che diventeranno storia. Anche gli archivi sono un mezzo di comunicazione fra il passato e il futuro.
La circolazione delle esperienze vissute ci sprona e ci cementa fra noi, mettendoci in comunione anche con coloro che nasceranno e che potranno trarre giovamento dalle nostre testimonianze di vita. A questo scopo sarà utile utilizzare i più moderni mezzi di comunicazione.
È ovvio che aggiornare del nostro vissuto chi non ascolta con interesse e amore è un'imprudenza. Si può comunicare tutto solo all'interno di autentici rapporti di comunione, diversamente si deve salvaguardare la discrezione, tenendo il riserbo su ciò che è bene non far conoscere.
Tutto deve circolare senza, però, dare mai le perle ai cani come dice il Vangelo (cfr. Mt 7,6).
Nell'aggiornamento è anche importante essere sintetici, senza perdersi in inutili particolari, cercando di discernere le notizie più importanti da evidenziare.
In ogni caso solo donando agli altri la propria vita spirituale si resta fecondi e aperti all'Amore.
L'amore reciproco ci porta a rendere gli altri partecipi della nostra vita personale, delle nostre sofferenze, delle lotte, delle prove superate, delle fatiche, del lavoro, delle nostre esperienze interiori. La comunicazione è reciproca: è l'incontro del dare e del ricevere.
Lettere, giornali, telefonate, computer sono tutti mezzi da usare per alimentare la vita di Dio fra noi. Se gli apostoli e i primi cristiani non avessero scritto tante lettere, non ci avrebbero tramandato la loro fede e non conosceremmo oggi le nostre radici. Anche noi oggi, come allora, siamo chiamati a vivere la mutua e continua carità (cfr. Fil 2,2) che ci fa essere un cuor solo e un'anima sola (cfr. At 4,32).
Dobbiamo imparare a condividere fra noi le gioie, i dolori, le notizie belle e brutte, le prove e le conquiste, in tal modo l'esempio degli altri ci sprona e ci incoraggia, l'unità sarà così la grazia che ci sosterrà nel cammino della vita e ci farà sentire, anche se molti, «un solo corpo» (Rom 12,15).
A conclusione, giungono a proposito le parole di un mio canto.
Comunicare per solo amore,
non è informare
è camminare insieme, in Dio,
come famiglia del Bell'Amore.
Fax, telefono, social network
son solo mezzi di comunione
se il messaggio del Bell'Amore
a tutti sempre vogliam portare.
Tutti un solo corpo farà l'Amore,
se ogni cosa circolerà:
ciò che si ha, ciò che si è,
ciò che si vive, ciò che si spera.
Ogni esperienza di Dio Amore
comunicata a chi Dio ci dà
potrà unirci sempre di più
in armoniosa comunione.
sr. Nunziella
[1] In comunione o, per così dire, “in Trinità”.
[2] Delle cellule vive del Corpo mistico, quasi “Trinità concrete”.
[3] Diario, Ottawa, 25 maggio 1993.