Punto luce Marzo 2021
Carissime e carissimi tutti,
in questi giorni di Quaresima stiamo proseguendo insieme nel cammino di preghiera e di contemplazione di Gesù Crocifisso per prepararci alla gioia della Pasqua.
Se vogliamo progredire nella via dell’Amore credo sia importante meditare il Punto luce e metterlo in pratica, comunicandoci le esperienze che facciamo: è un modo di aiutarci e sostenerci vicendevolmente per farci santi insieme.
Facciamo allora la nostra parte per tenerci in contatto con coloro che procedono con noi sulla stessa strada, evitando di restare soli; la vita di comunione è il mezzo potente offertoci da Dio per camminare più speditamente.
Il cammino del Punto luce è comunitario, si fa insieme, prendiamone sempre più coscienza per diventare agenti di comunione nella Chiesa e nella società. Se approfondiamo la nostra reciproca unità con coloro che percorrono la nostra stessa via di santità, cresceremo insieme come comunità cristiana viva e operante nel nostro ambiente; irradieremo così gioia e amore intorno a noi, sostenuti dal fuoco dello Spirito Santo.
Gesù è morto per tutti, le sue parole devono continuamente risuonare nel nostro spirito: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso» (Lc 12,19).
Prodighiamoci in vario modo per accendere i cuori col fuoco dell’Amore. Prestiamo una particolare attenzione ai lontani, a coloro che sono alla ricerca di Dio, a quelli che non credono e sono spesso profondamente sensibili e aperti al bene.
Approfittiamo di ogni circostanza per incontrare ogni prossimo con cui entriamo in contatto con sguardo di fede, vedendo in lui Gesù.
Organizziamo, secondo le nostre possibilità, qualche significativa riunione di famiglia anche online, non lasciamo nulla di intentato per alimentare l’amore scambievole tra noi, nonostante le molte difficoltà che possiamo incontrare. Il comandamento nuovo di Gesù ci guidi e ci illumini facendoci diventare sempre più famiglia di Dio.
Se guardiamo per un attimo al mistero della Trinità, vediamo che Dio è Amore: il Padre ama il Figlio, il Figlio ama il Padre, l’incontro di questi due amori è lo Spirito Santo. La comunione trinitaria è perfetta armonia. Il Verbo di Dio, Cristo Gesù, incarnandosi ci ha partecipato questa splendida comunione d’amore, non per niente, nell’approssimarsi della sua ora, ci ha dato il suo comandamento, quello di amarci scambievolmente come lui ci ha amati.
Dandoci questo comandamento, Gesù ha, per così dire, trasmesso all’umanità la legge della Trinità, che è l’amore reciproco. Ciò significa che noi non parteciperemo mai in pienezza alla vita di Dio, finché non faremo l’esperienza di amare e di essere riamati.
Per vivere, allora, il comandamento nuovo di Gesù bisogna non essere soli. La vita cristiana non è il dovere ascetico di chi cerca di amare gli altri per sentirsi a posto con la sua coscienza, al di là della risposta degli altri che può sempre mancare. L’amore vicendevole non è il dovere dell’amore, è un amore talmente forte, vero, intelligente, autentico che stimola e suscita la risposta in un modo o in un altro. Può anche succedere che si ama una persona e che la risposta venga da altre persone o da Gesù stesso che fa sentire la sua consolazione nel profondo del cuore per il fatto che lo abbiamo riconosciuto e amato in ogni prossimo. In ogni caso la reciproca carità è ordinata a generare la comunità cristiana unita nel nome di Gesù.
Il comandamento di Gesù di amarci scambievolmente (cfr. Gv 13,34) non è però un’impresa alla portata della nostra natura umana se non è sostenuta dalla grazia, ma poiché è un comandamento di Gesù ciò significa che egli ci dà anche la grazia di poterlo vivere, rendendoci così partecipi della comunione trinitaria.
Gesù vuole donarci ciò che ci comanda: la capacità di vivere l’amore reciproco, espressione della natura umano-divina che ci ha partecipato con la sua incarnazione e morte in croce.
Per sperimentare la comunione vicendevole non dobbiamo allora puntare sui nostri sforzi personali, ma saper perdere anche il “nostro” modo di amare.
L’Amore è una Persona, lo Spirito Santo, alla sua scuola il nostro modo umano di vivere l’amore deve cedere il posto alla vera comunione trinitaria, dono di grazia.
Non è in nostro potere costruire l’unità fra noi, solo lo Spirito può farci una cosa sola in Cristo Signore.
È per me molto consolante pensare che dandoci il comandamento dell’amore reciproco Gesù non può chiederci una cosa impossibile, segno, dunque, che col comandamento dell’amore scambievole egli ci dà anche la capacità di amarci nel suo Spirito.
Gesù non viene ad abolire la legge, ma a perfezionarla, egli ci insegna la perfetta reciprocità dell’amore: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15,12). È quel “come” che conta: cioè il dono di sé fino a dare la vita, come Gesù che è morto in croce per noi.
Forse non ci ritroveremo mai nella situazione di donare la vita fisica per gli altri, ma certamente ogni giorno ci è chiesto di amare nelle piccole cose, nei piccoli gesti della vita quotidiana, è questo il nostro modo di dare la vita come Gesù.
Ogni fratello o sorella, che ci sfiora nel presente, è in attesa del nostro amore. Impariamo ad amare tutti indistintamente, senza discriminazioni. Gesù è presente in ogni prossimo che incontriamo.
Dio è Amore e la vita d’amore che lega il Padre e il Figlio nello Spirito è la stessa vita che Gesù ci ha partecipato; se spesso non riusciamo a sperimentarla è perché non ci apriamo al dono di Dio che è la comunione portata da Gesù nello Spirito, essa ci domanda prima di tutto il rispetto delle distinzioni. Dobbiamo accettare di essere uomo e donna, di nazionalità diverse, con culture diverse, dobbiamo fare in modo che le differenze invece di dividerci servano ad unirci, diventando patrimonio dell’unica umanità, dove le diverse ricchezze costituiscano un’unica armonia: la vita di Dio fra noi.
Papa Francesco ci invita a sognare un mondo diverso, dove regni la fraternità universale; come cristiani siamo chiamati a dare la testimonianza viva dell’amore reciproco, germe e lievito dell’umanità rinnovata dallo Spirito.
Solo una vera spiritualità di comunione può farci diventare sempre più chiesa viva.
Impariamo, allora, ad amare gli altri, in modo da stabilire autentici rapporti di reciprocità, stando davanti ad ognuno come se ci fosse solo quella persona al mondo, senza pensare a chi abbiamo incontrato prima e a chi incontreremo dopo, interi nel presente. È questo l’amore che conquista, se poi diventa reciproco, la concretizzazione dell’amore scambievole, il comandamento nuovo vissuto sarà il segno della vita cristiana, dal quale, come Gesù ha detto, si riconosceranno i suoi discepoli. È l’amore che Gesù ci comanda, è la strada per giungere a sperimentare la vita trinitaria quaggiù.
sr. Nunziella
Clicca qui per ascoltare l'audio