Carissime e carissimi tutti,
eccomi a voi, all'inizio di un nuovo anno, per riprendere a camminare insieme sulla via dell'Amore.
Vogliamo, infatti, percorrere un cammino di santità non solamente personale, ma anche comunitario e aperto a tutti.
Se consideriamo per un attimo la dinamica delle relazioni umane, vediamo che l'amore umano è soggetto a continue tensioni; anche quando vogliamo sinceramente bene a qualcuno, spesso, finiamo col far soffrire coloro a cui ci sentiamo più affettivamente legati.
C'è da chiederci: "Esiste un altro Amore, diverso dal nostro, che resista in tutte le situazioni?".
Quest'Amore esiste ed è lo Spirito Santo, una Persona diversa da noi, ma noi spesso non amiamo, nello Spirito, guidati dalle sue mozioni interiori, ma ci limitiamo ad amare coi nostri sforzi personali. Dovremmo, invece, fidarci della conduzione dello Spirito Santo per imparare ad amarci scambievolmente come Gesù ci chiede: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15,12).
Quante volte, andando con lo spirito al ricordo di Gesù di Nazaret, potrebbe assalirci la nostalgia di lui, il desiderio di incontrarlo per le strade del mondo… eppure egli è con noi, in ogni prossimo che ci passa accanto, se, con sguardo di fede, sappiamo riconoscerlo in ogni persona che incontriamo.
Quante volte, invece, restiamo freddi e lontani gli uni dagli altri, semplici compagni di viaggio nel cammino della vita, o estranei e sconosciuti, perché l'egoismo, la paura e mille altri sentimenti ci chiudono alla relazione col fratello o con la sorella, che, in ogni attimo, ci sfiora in attesa del nostro amore.
Cerchiamo, allora, di attingere dalla Parola di Dio l'intramontabile legge dell'amore del prossimo.
L'apertura all'altro, di qualunque età o condizione esso sia, esige il superamento di ogni possibile diffidenza o antipatia.
Impariamo ad amare tutti, indistintamente, cominciando noi per primi, senza attendere che lo facciano gli altri.
Alla fine della vita saremo giudicati solo sull'amore.
Nella "via dell'Amore" non progredire è retrocedere, non ci si può fermare o battere il passo.
L'amore vero o è per sempre o non è amore… e tuttavia il tempo è fatto di tanti attimi; amare significa, allora, amare qui e adesso, nell'attimo presente.
Incarnandosi, Gesù viene a perfezionare la legge e i profeti, l'amore che ci chiede è senza misura: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15,12); è quel "come" che conta: è cioè il dono della vita stessa, che ha portato Gesù a morire in croce non per tutti noi, indistintamente, ma per ciascuno di noi, singolarmente preso.
Non sono mancati, nella storia della Chiesa, coloro che hanno versato il sangue per Cristo, basta pensare ai martiri di tutti i tempi. Se un giorno anche noi dovessimo ritrovarci nella stessa situazione di Edith Stein, di Massimiliano Kolbe, di Tommaso Moro… certamente ci verrebbe data da Dio la forza di affrontare il martirio; tuttavia, è raro che questo avvenga, ai più è chiesto un altro martirio, un altro modo di dare la vita: quello del dono di sé, momento per momento, nelle piccole vicende della vita quotidiana, nei piccoli gesti di attenzione, nelle cose ordinarie fatte, se amiamo, in modo straordinario, …ma spesso, troppo spesso, noi non abbiamo tempo e corriamo, corriamo come inseguiti da qualcuno…
Per amarci veramente, come Gesù vuole, dobbiamo prima di tutto imparare a fermarci, per raccogliere le nostre facoltà in un unico atto di attenzione amorosa verso l'altro, verso chi ci sta davanti e desidera incontrarci; diversamente, potrà capitarci di ascoltare senza capire, di guardare senza vedere, di parlare all'altro ignorando le sue vere esigenze e il centro della sua persona.
Gesù ci chiede di amarci scambievolmente, ciò significa che ci dà anche la forza per vivere il suo comandamento.
Vorrei richiamare l'attenzione sul fatto che per vivere l'amore reciproco richiestoci da Gesù bisogna essere almeno in due: due o più fratelli o sorelle che si amino scambievolmente.
Ecco allora la necessità di imparare ad amare gli altri alla scuola di Maria, Mater amabilis, sì da rendere agli altri più facile la risposta d'amore con la nostra amabilità, per fare questo, però, dobbiamo chiedere a Gesù la tenacia nell'amore e il dono di altri fratelli o sorelle, che condividano la nostra esperienza.
Dobbiamo camminare insieme, amandoci scambievolmente per essere e diventare sempre più Chiesa viva.
Amiamo, allora, e per amare posponiamo ogni cosa all'Amore, perché lo Spirito ci faccia una cosa sola in Cristo. Amiamo senza stancarci e quando avessimo toccato il limite estremo dell'amore umano, amiamo con l'Amore che viene da Dio, che è Dio…, ci accorgeremo che l'Amore stesso ci consolerà e ci renderà capaci di consolare gli altri con quella consolazione, che viene da Dio e risana i cuori (cfr. 2Cor 1,3-5).
Per amarci reciprocamente, come Gesù ci chiede, dobbiamo essere pronti a dare la vita, l'uno per l'altro, a cominciare dalle piccole azioni di ogni giorno, se così faremo, da questo gli altri ci riconosceranno come discepoli di Gesù (cfr. Gv 13,35); l'amore scambievole è, infatti, il distintivo di noi cristiani: da questo gli altri debbono riconoscerci. Tale comunione ci fa camminare insieme sulla via della santità, rafforzando la nostra fede nell'Amore, come dico nelle parole di questo canto col quale vorrei concludere questa mia riflessione.
Se qualcuno
ragionando
volesse provare
la tua fede,
forse ti turberesti,
ma poi
guardando
a ciò che vivi
tu non potresti
più negare
che nella tua vita
hai incontrato
l'Amore.
Tu l'hai sperimentato
nella comunione
che ormai ti unisce
a coloro che Dio ti ha dato
per vivere insieme
un'avventura
che non finisce mai.
L'Amore
dà senso
alla tua vita,
l'Amore è tutto
e tutto è Amore.
Tu l'hai incontrato,
ti ha inondata di luce,
ti ha riscaldata
e abitata.
Credi all'Amore!