Vorrei comunicare il segreto della mia gioia... Forse non è poi tanto difficile il cammino della vita se abbiamo il coraggio di ammettere che siamo tutti "bambini" bisognosi di essere presi in braccio dalla Mamma. Dio non è solo Verità o Bontà, è anche Bellezza: Maria svela al mondo questo volto di lui: il Bello rivela e nasconde il mistero, attirandoci col suo fascino. Non per niente la parola "Mamma" affiora, spesso, sulle labbra dei malati e dei moribondi. Nella via dell'Amore, non si tratta tanto di impegnarci, quanto di desistere; non bisogna sforzarci nella tensione di vivere bene, ma affidarci, farci portare da un'altra.
Il mio segreto è quello di lasciarmi quasi vivere da Maria, momento per momento: è una specie di "yoga" coi suoi esercizi precisi da fare prima di decidere e di agire. Eccoli!
- Scegli l'Amore.
- Fa’ silenzio interiormente.
- Rilassati.
- Di' a Maria: "Mamma, vivimi tu!".
Provo a spiegare il mio "yoga mariano": scegliere l'Amore significa rinunziare ad amare col "proprio" amore spesso limitato e inadeguato, per amare lasciandoci guidare dall'Amore, che è una Persona: lo Spirito Santo. Noi siamo poco abituati a entrare in rapporto col Paraclito; eppure tutta la nostra santificazione è affidata a lui o a lei, visto che, in verità, lo Spirito, opportunamente espresso in ebraico al femminile: Ruah, non cessa un istante di condurci maternamente, in maniera ineffabile.
Se vogliamo vivere un'esperienza di Dio, dobbiamo far silenzio interiormente per offrirci all'azione della terza Persona della Trinità, la Relazione sostanziale che lega il Padre e il Figlio, data a noi come Soffio di vita e Fuoco destinati a vivificare e riscaldare i nostri rapporti umani, le nostre azioni, le nostre parole, i nostri gesti.
Scegliamo, dunque, l'Amore. Una volta determinati in questa opzione di fondo, facciamo silenzio dentro di noi: non lasciamoci prendere da inutili ragionamenti o ricordi che ingombrino l'anima distogliendoci dalla realtà presente. È il momento di dare a Gesù la possibilità di crocifiggere, come dice Paolo, il nostro "uomo vecchio" insieme con lui sulla croce (cfr. Rm 6,6) per risorgere a una vita nuova. Chiediamo a Cristo Signore di assumerci.
Poi rilassiamoci! È importante, perché anche il nostro corpo partecipi dell'esperienza dello spirito: quando siamo tesi o nervosi ci è più difficile amare e essere attenti agli altri. Cerchiamo, allora, di distenderci coi mezzi più adatti a ciascuno, per esempio respirando profondamente, facendo un po' di moto, per giungere, così, a consegnarci, corpo e anima, alla Mamma, percorrendo la grande strada dell'infanzia spirituale. Ci abitueremo da piccoli a dire spesso a Maria: "Mamma, vivimi tu!", invocazione costante e insieme forte provocazione sul suo cuore materno, capace di scatenare la sua operatività amante e trasformante.
Imparando a fare così ogni momento, prima di prendere una decisione, prima di parlare, di scrivere..., di agire, potrà capitarci di intuire facilmente la cosa migliore da fare nel momento presente. Saremo, cioè, nelle migliori disposizioni per ascoltare la voce dello Spirito e per riconoscerla dai suoi frutti di pace e di benevolenza.
Può succedere, che la nostra umanità o anche l'altro, il demonio, non si rassegnino facilmente a questa dolce resa nelle mani di Maria e ci muovano guerra: cominceremo allora a tentennare, a bloccarci, a domandarci se sia opportuno seguire una determinata ispirazione, se per caso non venga dallo Spirito ecc. Se mi è permesso di dare un consiglio, in tal caso, suggerirei di non tergiversare con troppe analisi, ma di prendere una decisione passando all'azione nella speranza che sia secondo lo Spirito. Possiamo anche farci aiutare da Gesù dicendogli: "Se mi sbagliassi, bloccami tu!" e non pensarci più.
Facendo in questo modo, la vita cambia radicalmente, le relazioni si riscaldano, le situazioni, anche difficili, diventano circostanze provvidenziali, attraverso le quali il Padre compie i suoi disegni d'amore.
Giovani, adulti, anziani, bambini, moribondi, tutti possiamo lasciarci quasi vivere dalla Mamma, sperimentando l'efficacia della sua presenza operante.