Quando gli altri si comportano male, quando i cristiani non sono coerenti con la loro fede, possiamo arrivare a indignarci; ma a volte rischiamo di scandalizzarci molto di più quando siamo noi stessi a sbagliare: spesso non sappiamo perdonarci, non ci rassegniamo a fare una brutta figura. E' il nostro orgoglio ferito, che reagisce, impedendoci di restare sereni, senza sorprenderci davanti ai nostri sbagli.
Gesù non si meraviglia dei nostri peccati, anzi, come dice san Paolo, la sua potenza si manifesta pienamente nella debolezza (cfr. 2Cor 12,9).
Dopo ogni nostra caduta, se chiediamo il suo aiuto, egli non ci lascia soli: col suo amore, che è potentissimo e può mutare anche la morte in vita, prende su di sé quel nostro fallimento e fa sovrabbondare la sua grazia, dove ha abbondato il peccato (cfr. Rom 5,20). Egli ci vince, così, con la sua generosità, e colma ogni vuoto, perché ci ama in modo straordinario.
Non scoraggiamoci mai per i nostri insuccessi: quando soffriamo per un nostro limite o una nostra infedeltà a Gesù, pensiamo a lui, che sulla croce ha portato su di sé il peso di quella nostra mancanza e, guardandolo con amore, diciamogli con riconoscenza e persino con gioia: "Ti voglio bene!".