Questa lettera viene approfondita negli incontri promossi dall'Istituto delle Suore del Bell'Amore e relativi Cenacoli, come anche altrove.
Meditazione proposta dalla Madre come Punto luce del mese di maggio 2014.
Palermo, 3 maggio 2014
Carissimi/e,
riprendiamo il nostro cammino di approfondimento dei temi del primo ciclo della "via dell'Amore", mettendo a fuoco, in questo punto luce, la "volontà di Dio" da compiere, con pienezza e solennità, in ogni attimo presente della nostra vita.
L'affermazione di santa Teresina: «Tu lo sai, mio Dio, che per amarti sulla terra non ho altro che l'oggi!»1 sia lo slogan da ricordare e tenere nel cuore in questo mese, anzi forse si può precisare in questo modo: «Tu lo sai, Gesù, che per amarti non ho che questo momento presente».
Viviamo, allora la volontà di Dio qui e adesso, facciamo quello che dobbiamo fare con amore.
Viviamo l'attimo presente.
Benedicendovi di cuore, in Gesù e Maria
vostra sr. Nunziella Scopelliti
La volontà di Dio
Scegliere l'Amore significa amare
Nel momento in cui scegliamo liberamente lo stesso Amore personale, che è Dio, intendiamo con ciò sintonizzare tutta la nostra persona: cuore, anima, forze, sullo Spirito Santo. In questo modo amiamo con la nostra umanità, permettendo alla carità divina di esprimersi, nel tempo e nello spazio, con la nota inconfondibile della nostra personalità e del nostro stesso temperamento. Dio non mortifica la creatura, che egli stesso ha plasmato, ma la potenzia, liberandola dai limiti e dalla caducità.
Affidarci all'Amore ci fa, allora, sperimentare la dilatazione del cuore, la libertà interiore, l'efficacia e la potenza della mitezza nei rapporti con gli altri. «Beati i miti, perché avranno in eredità la terra» (Mt 5,5).
Amare è la volontà di Dio
La volontà di Dio è volontà di amore: Dio e la sua volontà sono tutt'uno, sono Amore.
Quando vogliamo la volontà di Dio, non possiamo volere altro che l'Amore.
Gesù stesso sintetizza nei due comandamenti dell'amore di Dio e del prossimo tutta la volontà di Dio espressa nell'Antico Testamento: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22,37.39-40).
Gesù non è venuto «ad abolire la Legge o i Profeti... ma a dare pieno compimento»(Mt 5,17), giungendo alla mirabile sintesi del comandamento nuovo: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34). Egli stesso ci insegna a pregare il Padre, chiedendogli che la sua volontà si faccia «come in cielo così in terra» (Mt 6,10). Come in cielo si vive la comunione trinitaria, così in terra è volontà di Dio che la carità divina rinnovi la Chiesa e la società, regnando nei e fra i cuori. Anche la creazione non è estranea a questo piano d'amore: essa pure «è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio» (Rm 8,19) nella speranza di essere liberata «dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8,21); la creazione non è peròla sola, «ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo» (Rm 8,23).
Non per niente a proposito della volontà di Dio, Paolo dirà che il Padre ci ha fatto«conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra» (Ef 1,9-10).
La volontà di Dio è, dunque, questo mistero d'amore rivelato in Cristo Signore.
A questa luce è facile comprendere perché, nella vita concreta, compiere la volontà di Dio possa farci sperimentare la rottura dei limiti e un senso di ritrovata libertà.
Scegliere, in ogni istante, dove e come amare
Dove, quando e come va compiuta la volontà di Dio? Essendo noi persone umane, finché siamo su questa terra, siamo legati allo spazio e al tempo. Per entrare in comunione con Dio, che è lo stesso che fare la sua volontà, dobbiamo, allora, collocarci là dove solo è possibile incontrarlo: in un luogo e in un tempo determinati: qui e adesso. Non è, infatti, possibile, finché siamo in vita, stare in tanti posti contemporaneamente, né vivere più di un momento alla volta: il contatto con la realtà ci domanda di evitare facili fughe nel passato o nel futuro. Di quanto abbiamo vissuto rimane solo ciò che è stato memorizzato dalla nostra persona ed è diventato noi. Non è, inoltre, in nostro potere anticipare quello che verrà. Ciò che abbiamo in mano è solo questa piccola frazione di tempo, che chiamiamo attimo.
In ogni momento presente, siamo chiamati a dare una risposta d'amore libera e responsabile, mentre veniamo sollecitati da mille, contrastanti stimoli che, in vari modi, possono favorire o ostacolare la stessa volontà di Dio; questi ultimi provengono dal nostro io, da Dio e dalla libertà delle creature umane e, perché no, anche angeliche, non escluso il demonio, l'angelo della luce. In ogni istante, la volontà di Dio, con la sua provvidenza amante, ci conduce a crescere secondo un piano di salvezza, che si realizza in questo mondo fatto di persone, di animali e di cose, tutti, in un modo o in un altro, presenti nella nostra esperienza e tutti destinati a essere ricapitolati, con noi, in Cristo Signore.
Forse non siamo abituati a dispiegare così il mistero della volontà di Dio, per leggerci dentro quel mirabile dialogo fra il Creatore e la creatura, il Redentore e i redenti, che conduce ciascuno alla salvezza, senza mai vanificare la sua libera volontà personale.
Potremmo dire, più semplicemente, che, momento per momento, siamo chiamati a discernere dove e con quali modalità dobbiamo agire per dare forma concreta alla volontà di Dio, cioè al suo Amore. Non si tratta tanto di scoprire qual è la sostanza della volontà di Dio, che è sempre Amore, ma in che modo, in che luogo e in che tempo essa vada espressa, perché il Verbo, la Parola di Dio, si faccia carne anche in noi, perché l'Amore abbia così un suo volto e una sua forma.
Per fare la volontà di Dio, dobbiamo, allora, saperla discernere ad ogni istante, per rendere il nostro agire e il nostro vivere un continuo susseguirsi di piccole scelte libere e responsabili, che unificano la nostra persona, corpo-anima, nella linea del senso dato alla nostra vita: l'Amore, Dio.
Essere interi nella volontà di Dio di ogni istante
Determinante è il ruolo della nostra libertà per compiere la volontà di Dio, senza subirla, ma volendola.
Persino davanti alla morte, possiamo scegliere di morire, abbandonandoci all'Amore, a differenza degli animali che, in senso stretto, non si può dire che muoiano, perché non hanno alcuna consapevolezza e capacità di scelta. La rassegnazione è il contrario dell'esercizio della libertà, fondamento di un autentico amore.
Comprendiamo subito che il valore di un gesto o di un'azione non sta nell'atto in sé, ma nella disposizione con cui lo compiamo. Non conta quello che facciamo, fosse pure il dovere del nostro stato, ma quanto amore ci mettiamo nel farlo.
Per vivere in pienezza, è importante compiere ogni azione come fosse l'unica. Totalmente presenti al presente, siamo chiamati a focalizzarci ogni momento su quanto ci sembra che Dio ci domandi.
Non si possono amare due persone alla volta, né fare più cose contemporaneamente, senza, in qualche modo, disperdere le energie della nostra persona, senza rinunziare ad amare, nel momento presente, con tutte le nostre forze psicofisiche, cioè con tutta la nostra attenzione, la nostra affettività, la nostra intelligenza...
Sottrarre, per così dire, a quanto stiamo facendo una porzione di noi stessi, per dedicarci ad altro, ci porta, inevitabilmente, a non essere interi per la persona che ci sta davanti, o per l'azione, che stiamo compiendo.
In ogni istante della vita, dovremmo collocarci come se fossimo in punto di morte: il passato è già passato, non tornerà più; il futuro sfugge alla nostra previsione, non abbiamo altro che il momento presente per fare la volontà di Dio.
Istante dopo istante, se amiamo siamo salvi, se non amiamo ci poniamo fuori del piano della redenzione.
Potremmo dire che la morte non cambia, sostanzialmente, la nostra situazione, ma solo le toglie il velo della fede: entreremo in Paradiso, se fin da ora ci siamo già dentro, grazie al fatto di avere amato.
Ogni attimo di vita scorre veloce, la nostra unica occupazione dovrebbe essere quella di coglierlo al volo, di fissarlo nell'eternità, impiegandolo per amare. Il nostro tempo coincide con la nostra vita, «chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!» (1Gv 2,17b).
Molte persone stanno spesso a pensare al tempo passato o a quello che verrà, e intanto perdono quell'unico istante, quell'unica possibilità, che avrebbero avuto di fare la volontà di Dio nel presente: assommano così tanti spazi vuoti nella loro esistenza.
Educhiamoci ad essere interi, nel presente, impiegando tutte le facoltà ed energie per fare quello che Dio ci chiede «con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze» (Dt 6,5), senza attese o nostalgie, senza divisioni o frazionamenti. Se faremo così, diventeremo come uno specchio limpido, che riflette Dio, perché egli si rivela solo nel presente.
Di Gesù è stato detto che «ha fatto bene ogni cosa» (Mc 7,37). Fare una cosa alla volta con totalità e impegno, amare una persona alla volta, senza sottrarle affetto o attenzione per darli ad altri o ad altro, è, allora, la strada veloce dell'unificazione interiore, è la concreta possibilità di amare Dio e la sua volontà con totalità.
Amare è sapersi concentrare in un punto: l'istante presente. Dio non lo si trova nel passato o nel futuro, ma qui e adesso; nel presente è anche la memoria del passato e la speranza della salvezza, che ci apre fiduciosi verso il futuro.
__________________
1Santa Teresa di Gesù Bambino, Il mio canto d'oggi, in Gli Scritti, Postulazione Generale dei Carmelitani Scalzi, Roma 1979, p. 818