Carissime e carissimi tutti,

in questo Punto luce vorrei riprendere con voi un tema a me caro: lo Yoga mariano.

In ogni epoca, non sono mancate persone insigni, che, in vario modo, si sono contraddistinte per la loro testimonianza di vita.

Davanti a questi innumerevoli esempi, mi è sorta spontanea una domanda: "Che cosa vuole Dio da me?".

La risposta a questo interrogativo mi ha ricondotta alla mia specifica vocazione all'Amore, che si è rivelata essere un cammino di santità non solamente mio personale, ma anche comunitario e aperto a tutti; ma che cos'è l'Amore, il Bell'Amore, che dà senso alla nostra vita?

È quanto vorrei approfondire con voi per rimettere a fuoco quella scelta di Dio, che sostiene e guida la nostra vocazione cristiana.

 

Se non riusciamo a stabilire veri rapporti di comunione con gli altri è, probabilmente, perché non sappiamo perdere il nostro modo "personale" di amare, per farci guidare dall'Amore.

L'Amore è una Persona, lo Spirito Santo, si tratta, allora di amare l'Amore e di lasciarci "vivere" da esso; ma spesso noi ci lasciamo, invece, guidare dalle nostre passioni e dai nostri sentimenti.

Quante volte siamo spinti ad essere gentili con una persona, mentre lo Spirito Santo, se lo ascoltassimo, ci spingerebbe ad esprimerci con forza, senza pericolose debolezze. Può anche capitare il contrario: che usiamo dei toni risoluti, là dove sarebbe opportuno un modo di fare più mite e garbato.

Lo Spirito Santo in noi, essendo una Persona diversa da noi, è l'Amore, non è il "nostro" amore, dobbiamo imparare a sintonizzarci su di lui.

Il Padre e il Figlio, nella Trinità, si amano nello Spirito, nel suo soffio rinnovatore si snoda la vita della Vergine Madre e del Corpo mistico; poco prima di morire, Gesù ci assicura il suo invio: «è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò» (Gv 16,7).

Gesù muore in croce per renderci partecipi della sua vita divina, per farci figli e figlie di Dio, dandoci il suo Spirito.

L'immagine della mamma, che rischia la vita per dare alla luce il suo bambino, esprime bene la realtà di Gesù crocifisso che dà la sua Vita, emettendo lo Spirito (cfr. Gv 19,30); da risorto appare agli Apostoli alitando su di loro, donando lo Spirito Santo, soffio vivificatore (cfr. Gv 20,22), senza il quale non potremmo né essere innestati in Cristo, né amare, in Dio.

Noi non conosciamo abbastanza lo Spirito consolatore, spesso non abbiamo un rapporto profondo ed esplicito con lui, eppure la nostra vita può assumere i toni della novità perenne se amiamo con l'Amore e non col "nostro" amore umano.

Personalmente ho scoperto un modo per mettermi in comunione con lo Spirito, facendomi aiutare da Maria: lo Yoga mariano.

La Vergine Madre è l'unica persona al mondo che, come nessun'altra, ha avuto un rapporto particolarissimo con lo Spirito Santo; avendo concepito nel suo seno Gesù ad opera dello Spirito, si è ritrovata ad entrare in comunione con lui, prima ancora della nascita del Verbo incarnato. Dopo l'Annunciazione, alla Pentecoste, è stata presente, quale Madre, là dove, ad opera dello Spirito, è nata la Chiesa: Corpo mistico di Cristo.

Nessuno può guidarci nelle vie dello Spirito come Maria, insegnandoci a vivere in comunione con lui, momento per momento, nella vita quotidiana.

Vorrei qui spiegare come ho imparato ad ascoltare la voce dello Spirito, che, interiormente, mi sollecita e mi guida.

In ogni attimo della vita mi ritrovo, come tutti, a fare le cose più disparate: consolare qualcuno, fare una visita, ascoltare una persona; la vita di tutti i giorni è fatta di tutto questo.

Nell'attimo presente, per mettermi in sintonia con lo Spirito, per prima cosa scelgo l'Amore, lo Spirito Santo, scelgo cioè Dio, in modo concreto, ciò significa che scelgo di amare non più col mio amore umano, che spesso fallisce, ma con l'Amore, con la A maiuscola, che non conosco. Io non so che cosa lo Spirito Santo, in me e tramite me, voglia fare in quella situazione; allora mi determino, faccio una scelta di fondo: decido di non scegliere me stessa e le mie vedute, ma l'Amore, Dio, così rinnego me stessa, almeno nelle disposizioni iniziali della mia volontà.

Per rinunziare al mio modo "umano" di amare, cerco di non pensare a niente, di non coltivare ricordi del passato o attese relative al futuro. Se, infatti, trovandomi davanti ad una persona, avessi delle idee preconcette su di lei, non riuscirei a darle fiducia.

Per essere libera e in grado di amare, faccio silenzio interiormente: non penso a niente, né di positivo, né di negativo, neanche al fatto che non voglio pensare a niente, anche questo sarebbe un pensiero capace di procurarmi qualche tensione interiore. Insomma, mi rilasso e, per distendermi, respiro, a volte, profondamente. In queste condizioni di spirito, mi rivolgo a Maria, dicendole: "Mammina, vivimi tu!". Con questa invocazione esprimo la mia volontà di farmi, in qualche modo, vivere da Maria, per essere guidata e vivificata dallo Spirito, essendo la vita della Vergine Madre tutta animata dallo Spirito Santo. Non voglio cioè "vivere" io, perché Maria mi guidi lei sulle vie dello Spirito.

Scegliere l'Amore e rinnegare me stessa, senza pensare a niente, è per me un modo di dire a Gesù crocifisso: "Crocifiggimi in te!", in modo che, sulla morte del mio io, operi lo Spirito Santo, "marianizzando", per così dire, la mia persona.

Dopo aver invocato Maria dicendole "Mamma, vivimi tu!", nella pace interiore, faccio ciò che mi sembra meglio, cercando di cogliere quanto lo Spirito mi suggerisce. Prima di agire chiedo, a volte, a Gesù di bloccarmi lui in qualche modo, nel caso in cui mi sbagliassi nel discernere la voce dello Spirito dentro di me. Potrei sempre lasciarmi catturare da altre spinte interiori derivanti dall'io o dall'altro: dal maligno, senza saper discernere la mozione dello Spirito che mi spinge a dare la risposta d'amore più adeguata alla situazione che vivo. Gesù, se lo lascio fare, chiedendogli di "assumermi", saprà, certamente, crocifiggere in me il mio io insieme con lui sulla croce, per farmi risorgere, in lui, ad una vita nuova (cfr. Rm 6,4), lo invoco, perciò, spesso, prima di agire, dicendogli: "Gesù, assumimi tu!".

Scegliere l'Amore, non pensare a niente, rilassarci, invocare Maria perché ci aiuti a sintonizzarci sulle mozioni dello Spirito Santo, lasciandoci "assumere" da Cristo Gesù, è un modo di raccoglierci per discernere e compiere ciò che è conforme alla volontà di Dio nel momento presente; ha anche il vantaggio di portarci, insensibilmente, alla preghiera continua, alla quale ci esorta Gesù: «Vegliate e pregate in ogni momento» (Lc 21,36). 

Questo metodo, che mi piace chiamare Yoga mariano per la parte che in esso svolge Maria, è un mezzo efficace, per collocarci in un atteggiamento orante fin dal mattino, scegliendo    l'Amore in modo esplicito e non ritrattando tale opzione di fondo, durante la giornata; essa informerà, così, tutta la nostra vita. Tale scelta dell'Amore può essere rinnovata dopo ogni caduta, quel che conta è ricominciare e rimetterci in un atteggiamento di distensione, sapendo che ogni giornata non ci è data per appesantire la mente dai molti pensieri, come dice la Scrittura (cfr. Sap 9,15), ma per amare.

Il passato è nella misericordia di Dio, il futuro non sappiamo se verrà, potremmo morire in ogni momento, la pienezza della nostra vita si esprime nella più grande semplicità, imparando da piccoli, alla scuola di Maria, la via dell'Amore; sarà lei a condurci, rendendoci atti ad ascoltare la voce dello Spirito, che, maternamente, ci istruisce sulle cose grandi e piccole della nostra vita.

"Mamma, vivimi tu! Spirito, vivificami!", con queste invocazioni sulle labbra e nel cuore, la vita cambia, non siamo più soli: Maria ci conduce, insegnandoci l'Amore, spingendoci ad amare il prossimo, in modo nuovo. Sperimenteremo, così, la pace e la soavità dello Spirito, che, interiormente, ci abita, illuminandoci e riscaldandoci.

Se siamo tristi, è perché, nella nostra vita, manca lo Spirito Santo, fonte di gioia. Gesù è morto sulla croce per darci la sua gioia (cfr. Gv 15,11).

Se il cammino della santità diventa difficile, è perché manca Maria: là dove i grandi, che sono sempre piccoli, non ce la fanno, arriverebbero sicuramente in porto, se si lasciassero prendere in braccio da una Mamma che li ama.

Vivendo così, anche il passaggio all'altra vita diventerà più facile: basterà invocare Maria con fiducia ed amore: "Mamma, vivimi tu!" e addormentarci tra le sue braccia, per risvegliarci ancora tra le sue braccia.

 

 sr. Nunziella

 

SLOGAN:       Lo yoga mariano

 

- Scegli l'Amore

- Fa' silenzio interiormente

- Distenditi

- Invoca Maria: "Mamma, vivimi tu!"

- Ascolta lo Spirito Santo

- Fa' quello che ti suggerisce

Dearest all,

we are at the beginning of September, we have recently celebrated the two professions of sr. Silvia and sr. Diva, let us thank God for these new vocations flowered in the garden of the Church and let us take up our path on the way of sanctity with a renewed vigor, certain of God’s faithfulness, who has wanted and loved us since eternity.

I would now like to meditate with you on the relationship Jesus-Mary and on the possibility for us and for everyone to participate in it. It seems to me that there is still very much to discover on the mystery of this relationship, because from my point of view, the Church has not  deepened enough the christology in relation to the Virgin.

The vocation of humanity and creation, looking at its mystery, can be explained in light of Jesus-Mary’s relationship, “being Mary for Jesus” is the vocation of every man and of every woman called, so to speak, to give flesh to God, in the sense that Mary, Mother of the Word Incarnate and Mother of us, expresses the destiny of us all, the deep sense of our life, the only universal vocation of humankind: to generate Jesus in and among us, in communion with her, participating in her life, welcoming from the Holy Spirit the grace of participation in her maternity towards Jesus, who continues his incarnation in us.

If Jesus is the mediator between the Father and humanity, Mary is placed between us and Christ, none of us will ever have her experience, because all of us enter in relationship with Jesus born from her, who already has taken the flesh from her. Mary, the one and only immaculate flower of humanity and of creation, has generated God in the flesh; in her, in the mystery of the incarnation, the history and the creation, in a certain way, are synthesized and have reached their climax. The history of Israel blooms in the birth of the Messiah, all creation produces its most beautiful fruit: the Word Incarnate, all this through Mary.

To be christian or to be marian are, in my opinion, synonymous; on this view, it is not a matter of imitating Mary, but rather receiving from the Holy Spirit a grace of participation in her life, it deals, so to speak, with letting one’s self be lived by her in order to enter into her and establish through her the only possible true relationship with Jesus: that one of Mary. The Virgin Mother, having been chosen by God, is an obligatory path for Christ; she is the intercessor for all graces received from the Son so that she may distribute them to her sons and daughters, as the most loving Mother; placing ourselves in her heart, in communion with her, we learn to love Jesus with maternal love, generating him in every brother and sister we meet, generating him in us and among us. Through Mary, Jesus Christ continues his incarnation in the Church of all times.

Only Love, who is the Holy Spirit, can make us understand the mystery of Mary. It is necessary that we allow ourselves to be led by grace, living the ‘nothingness’ of one’s self, only in this way does one become Mary.

At times, we love God with “our” human love, but it’s necessary to be able to love God with his own Love, who is a person, the Holy Spirit, only in this way can we take part in Mary’s life, the woman of love. As St. Maximilian Kolbe explains, if the Word was incarnated in Jesus, the Holy Spirit was almost incarnated in Mary.

If humanity’s vocation is to “be Mary for Jesus”, the reality can look like a great “mystery”, in which we contemplate only Jesus and Mary and, in their reciprocal love, all humanity and all Heaven with the Trinity. The Holy Virgin is the relationship with Jesus, in her, the Spirit loves the Son, in her, is the explanation of the true unity with God and with humanity reachable by every man and every woman.

After the death and resurrection of Jesus, Mary takes the whole humanity into the love that she has for her Son.

By the Holy Spirit, Mary conceived the Son, later at Pentecost, surrounded by the apostles, welcomed the Holy Spirit who verifies and sustains the rising Church: the mystical Body of the Son.

Mary, living today in those who allows themselves to be “marianized” by her presence, still seeks her son in the humanity, in the men and women of our time and embraces every brother and sister in her relationship with Jesus; she is Mary for Jesus. We could say that all of us, sons and daughters of Mary, united to her, almost as her mystical presence, as “One Mother”, we continue the generation of the Word in the flesh, generating his presence in each of us and among us.

It is not possible to think of Christ without Mary.

Through us, Mary lives her mystical maternity towards the whole Christ, we understand her role as intercessor between us and Jesus; only in her, trying to see people and things through her eyes, will we be able to understand what it means to love as mother.

Who is the Word incarnate? Who really is Mary? Jesus and Mary are not outside of us, they are in us, or better, we are in them.

The mystery of the incarnation, fulfillment of history and of creation, is the incomparable beauty of the virginal relationship between Jesus and Mary, which contains us all.

The destination of humanity has been, wonderfully, fulfilled in the offering to God of an immaculate creature, made mother of God; in her, the true vocation of every man  and of every woman has become “giving the flesh” to the Word of God, letting themselves “be lived” by her, under the guidance of the Holy Spirit.

When the trinitarian Love wanted to reveal itself in the flesh, it became the communion of Jesus and Mary, synthesis of the new creation.

We just have to pray to Jesus Christ to introduce us, with his grace, into this mystery, which is immeasurable beauty.

 

Jesus, reveal your secret to me:

the Love which unites you to the Father,

breathe on me your Spirit,

send me the Consoler

and I’ll know that Love is a person.

I will love with Love

and I will be in you, in the Trinity,

with Mary and the other sons and daughters

of the only Father.

 

Jesus share your love with me:

that one which unites you to the Mother

and I will be, in her and with her,

her mystical presence here on earth,

intent on generating, in you,

the other sons and daughters

of the only father

 

O splendor of the Father,

Christ our Lord, assume me in you,

carry me in you, with the Mother,

into the Father’s bosom.

 

To fully live our relationship with Jesus we have to let ourselves be lived by Mary, it will be her to carry us to Christ; in communion with her, let us love Christ present in us, among us, in the Word, in the Eucharist, in the Church… wherever, offering him our every action, every cry of our heart: “For you, Jesus, with you, Mary!”

 sr. Nunziella

 

Slogan:

“For you, Jesus, with you, Mary!”

“Mom, live me”

 

Carissime e carissimi tutti,

siamo all’inizio del mese di settembre, abbiamo da poco celebrato le due professioni di sr. Silvia e sr. Diva, ringraziamo Dio per queste nuove vocazioni fiorite nel giardino della sua Chiesa e riprendiamo il nostro cammino sulla via della santità con rinnovato slancio, certi della fedeltà di Dio, che da tutta l’eternità ci ha voluti e amati.

Vorrei ora meditare con voi sulla relazione Gesù-Maria e sulla possibilità per noi e per tutti di partecipare ad essa. Mi sembra che ci sia ancora molto da scoprire sul mistero di questo rapporto, perché nella Chiesa non si è, a mio avviso, abbastanza approfondita la cristologia in relazione alla Vergine.

 

La vocazione dell’umanità e del creato, se vogliamo coglierla nel suo mistero, può spiegarsi alla luce del rapporto Gesù-Maria; “essere Maria per Gesù” è la vocazione di ogni uomo e di ogni donna chiamati, per così dire, a dare la carne all’uomo-Dio, nel senso che Maria, Madre del Verbo incarnato e Madre nostra, esprime il destino di tutti noi, il senso profondo della nostra vita, l’unica vocazione universale del genere umano: generare Gesù in noi e fra noi in comunione con lei partecipando alla sua vita, accogliere dallo Spirito Santo la grazia di partecipazione alla sua maternità nei riguardi del Figlio, che continua la sua incarnazione in noi.

Se Gesù è il mediatore tra il Padre e l’umanità, Maria si pone tra noi e Cristo, nessuno di noi farà mai la sua esperienza, perché tutti noi entriamo in rapporto con Gesù nato da lei, che ha già preso la carne da lei. Maria, unico fiore immacolato dell’umanità e del creato, ha generato Dio nella carne; in lei, nel mistero dell’incarnazione, la storia e la creazione, in qualche modo, si sintetizzano e toccano il loro punto culmine. La storia di Israele sfocia nella nascita del Messia, tutta la creazione produce il suo frutto più bello: il Verbo incarnato, tutto questo attraverso Maria.

Essere cristiani o essere mariani sono, a parer mio, sinonimi; in questa prospettiva non si tratta tanto di imitare Maria, quanto di ricevere dallo Spirito Santo una grazia di partecipazione alla vita di lei, si tratta, per così dire, di lasciarsi vivere da lei per entrare in lei e instaurare, tramite lei, l’unico vero rapporto che si possa instaurare con Gesù: quello di Maria. La Vergine Madre, essendo stata scelta da Dio, è strada obbligatoria per Cristo; è lei la mediatrice di tutte le grazie ricevute dal Figlio perché le dispensi sui suoi figli e figlie, quale Madre amorosissima; collocandoci nel suo cuore, in comunione con lei, impariamo ad amare di amore materno Gesù, generandolo in ogni fratello e sorella che incontriamo, generandolo in noi e fra noi. Per Maria, Cristo Signore continua la sua incarnazione nella Chiesa di tutti i tempi.

Solo l’Amore, che è lo Spirito Santo, può farci comprendere il mistero di Maria. Bisogna lasciarsi portare dalla grazia vivendo il nulla di sé, solo così si diventa Maria.

A volte noi amiamo Dio col “nostro” amore umano, ma Dio bisogna arrivare ad amarlo col suo stesso Amore, che è una Persona, lo Spirito Santo, solo così siamo resi partecipi della vita di Maria, la donna d’amore. Come spiega san Massimiliano Kolbe, se il Verbo si è incarnato in Gesù, lo Spirito Santo si è quasi incarnato in Maria.

Se la vocazione dell’umanità è “essere Maria per Gesù”, la realtà può apparirci come un grande “mistero”, in cui contempliamo solo Gesù e Maria e nel loro reciproco amore tutta la terra con l’umanità e tutto il Cielo con la Trinità. La Vergine è la relazione con Gesù, in lei lo Spirito ama il Figlio, in lei è la spiegazione della vera unità che ogni uomo e ogni donna può raggiungere con Dio e con l’umanità.

Per opera dello Spirito Santo Maria concepisce il Figlio, più tardi, a Pentecoste, accoglie, circondata dagli apostoli, lo stesso Spirito che vivifica e sostiene la Chiesa nascente: il Corpo mistico del Figlio.

Dopo la morte e la risurrezione di Gesù, Maria prende dentro il suo amore per il Figlio tutta l’umanità.

Maria, vivente oggi in chi si lascia “marianizzare” dalla sua presenza, cerca ancora suo Figlio nell’umanità, negli uomini e nelle donne del nostro tempo e ingloba nella sua relazione con Gesù ogni suo fratello e sorella; è Maria per Gesù. Potremmo dire che tutti noi, figli e figlie di Maria, uniti a lei, quasi mistica presenza di lei, “unica Madre”, continuiamo la generazione del Verbo nella carne, generando la sua presenza in ciascuno di noi e fra noi.

Non è pensabile Cristo senza Maria.

In noi, Maria vive la sua mistica maternità verso il Cristo totale, comprendiamo il suo ruolo come mediatrice tra noi e Gesù; solo in lei, provando a guardare persone e cose da dentro i suoi occhi, cogliamo cosa significhi amare da madre.

Chi è il Verbo incarnato? Chi è veramente Maria? Gesù e Maria non sono fuori di noi, sono in noi, o meglio noi siamo in loro.

Il mistero dell’incarnazione, compimento della storia e della creazione, è l’incomparabile bellezza della relazione verginale tra Gesù e Maria, che tutti ci contiene.

Il destino dell’umanità si è, mirabilmente, compiuto nell’offerta a Dio di una creatura immacolata, fatta madre di Dio; in lei la vera vocazione di ogni uomo e di ogni donna è diventata quella di “dare la carne” al Verbo di Dio, lasciandosi “vivere” da lei, sotto la guida dello Spirito Santo.

Quando l’Amore trinitario ha voluto rivelarsi nella carne è diventato la comunione di Gesù e Maria, sintesi della nuova creazione.

Non ci resta che pregare Cristo Signore di introdurci con la sua grazia in questo mistero, che è infinita bellezza.

 

Svelami Gesù il tuo segreto:

l’Amore che ti unisce al Padre,

alita su di me il tuo Spirito,

inviami il Consolatore

e saprò che l’Amore è una persona.

Amerò con l’Amore

e sarò in te, nella Trinità,

con Maria e gli altri figli e figlie

dell’unico Padre.

 

Partecipami Gesù il tuo amore:

quello che ti unisce alla Madre

e sarò, in lei e con lei,

sua mistica presenza qui in terra,

intenta a generare, in te,

gli altri figli e figlie

dell’unico Padre.

 

O splendore del Padre,

Cristo Signore, assumimi in te,

portami in te, con la Madre,

nel seno del Padre.

 

Per vivere pienamente il nostro rapporto con Gesù dobbiamo allora lasciarci vivere da Maria, sarà lei a portarci a Cristo; in comunione con lei amiamo Cristo presente in noi, fra noi, nella Parola, nell’Eucaristia, nella Chiesa... ovunque, offrendo a lui ogni nostra azione, ogni gemito del nostro cuore: “Per te, Gesù, con te, Maria!”

 

sr. Nunziella

Carissime e carissimi tutti,

vi raggiungo in piena calura estiva per riesplorare insieme con voi l’insondabile potenza della Parola di Dio, fonte di vita e forza risanante, non per niente Papa Francesco raccomanda sempre di portare con noi il Vangelo e di leggerlo ogni giorno, sapendo che è proprio Gesù che ci parla.

Fin da giovane ho sempre cercato la verità, per questo mi sono dedicata allo studio della filosofia, ma ben presto ho dovuto constatare che le teorie e il pensiero dei vari filosofi contenevano cose vere, ma non la verità, solo Gesù, che ha detto di sé “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6) mi è apparso invece l’unica vera ed esaustiva risposta alla mia sete di Verità. La mia scelta di vita mi ha poi, gradualmente, portata ad approfondire il Vangelo soprattutto a partire dal mistero di Gesù morto e risorto per noi, vivo e operante nelle comunità unita nel suo nome.

Le parole di Gesù accolte e messe in pratica attraverso la lettura dell’uno o l’altro brano del Vangelo mi sono risuonate interiormente come dette a me oggi, come dette a ciascuno di noi in ogni luogo e in ogni tempo.

L’ascolto della Parola di Dio mi è così apparso vero fondamento della vita cristiana; vivere insieme in comunità, nei gruppi in famiglia, una parola della Scrittura dopo l’altra e metterla in pratica, per condividere poi le esperienze concrete, è diventata per me e per tanti una strada di approfondimento della fede e della vita di comunione fra tutti.

Si comprende la potenza della Parola di Dio, che i padri della Chiesa hanno equiparato alla stessa Eucarestia. Dobbiamo nutrirci alle due mense della Parola e del Pane eucaristico, si tratta di due presenze di Gesù che sono una. Aprire, in qualunque momento, il Vangelo e leggerlo, ascoltando la Parola e lasciandola penetrare in noi è come fare la comunione; così come essere distratti e svogliati nell’ascoltare la Parola di Dio è come lasciare cadere in terra per disattenzione il Corpo di Cristo.[1]

La Parola di Dio è Gesù, il Verbo incarnato.

“Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Mt 24,35). Che significa quest’affermazione di Gesù? Quali parole non passeranno mai? Non certo i vari libri della Scrittura che possono anche essere distrutti da un incendio. Allora, quando le parole di Dio non passano? Quando diventano carne, quando diventano noi, destinati all’eternità.

Siamo noi, fatti Parole vive, che non passiamo.

Resta solo ciò che è Parola di Dio, il resto è nulla.

In che modo possiamo diventare Parola di Dio? Rinnegando noi stessi come dice Gesù: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mc 8,34).

Per prima cosa è, dunque, necessario accostare la Parola di Dio facendo come il vuoto dentro di noi, rinnegando noi stessi, in modo da metterci in ascolto con fede e tradurre nella vita concreta l’una o l’altra parola.

Si tratta di una meditazione un po’ speciale. Vi suggerisco di custodire in voi e portare nella mente e nel cuore una frase letta, un’affermazione di Gesù, ricordando che quella determinata parola del Vangelo da lui detta è davvero una presenza di lui in noi, se cerchiamo di viverla non siamo più soli, siamo con Gesù, che illumina e guida il cammino delle nostre giornate con la luce di quella parola.

Qualunque circostanza della vita può, infatti, essere vissuta dall’angolatura di una qualunque delle parole del vangelo. Se vogliamo, però, percorrere una strada che non sia, per così dire, di santità personale, ma comunitaria, “a corpo mistico”, dobbiamo vivere insieme la Parola di Dio, alimentando così la comunione tra noi e la presenza di Gesù fra noi.

Comunicarsi le esperienze vissute sulla Parola edifica il Corpo di Cristo. Una parola per volta vissuta insieme ci fa diventare comunità, Chiesa viva.

Se la Parola di Dio è Gesù, l’affermazione di Paolo che dice: “Non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20), riferita alla presenza di Gesù nella Parola, fa sì che di ciascuno di noi e delle nostre comunità si possa dire: “Non sono più io che vivo, è la Parola che vive in me; non siamo più noi che viviamo è la Parola che vive in noi... siamo la Parola”. Dovremmo arrivare a poter dire che siamo la Parola e nient’altro, “Parole vive”, solo così la nostra testimonianza di vita cristiana potrà inquietare il mondo, vincere il male con il bene, conquistare mille cuori a Cristo.

Se ci lasciamo guidare dalla Parola, essa genera in noi una forte esperienza di vita evangelica, operando una conversione del nostro modo di pensare e di agire. La Parola accolta e messa in pratica plasma la comunità ecclesiale, ci fa Corpo di Cristo, genera in noi Gesù.

C’è un episodio del Vangelo che ci può illuminare a questo proposito, agli apostoli che si avvicinano a Gesù per dirgli che sua madre e i suoi fratelli stanno cercandolo, egli risponde: “Mia madre e i mie fratelli sono questi: coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica” (Lc 8,21). È, dunque, possibile essere “madre” di Cristo, generandolo in noi e negli altri, se ascoltiamo la Parola e la mettiamo in pratica.

La Chiesa, Corpo di Cristo, è generata dalla Parola e genera Cristo nei cuori che si aprono alla grazia.

La Parola deve guidare la vita di ogni cristiano, le varie frasi del Vangelo e della Scrittura, se vissute, producono gli stessi effetti e tutte conducono a diventare Chiesa viva. Se si è uniti nel nome di Gesù, per la carità reciproca, le parole di Dio si illuminano e si comprendono in modo nuovo, diventando oltremodo efficaci.

Il Verbo di Dio incarnato è oggi presente nell’Eucarestia e nella Parola, fra noi, in noi, nella gerarchia della Chiesa. Una delle sue presenze è, dunque, la Parola di Dio. Vivere l’una o l’altra frase della Scrittura, nel momento presente della nostra vita, è, allora, vivere in comunione con Cristo Signore e cibarsi della Parola, così come ci cibiamo dell’Eucarestia.

Camminiamo, allora, insieme per questa strada, nutrendoci della Parola che ci fa una cosa sola: Corpo di Cristo.

 

sr. Nunziella

 

[1] Cfr. S. Agostino, Sermo 300, 2-3, P.L. 39, 2319.

Dear all,

 I come to you in full summer heat to renew our reciprocal unity and our commitment to walk united in the way of Love to become saints together, urging us to this was the recent religious profession of sr. Silvia, in which many have been involved, participating in her joy and desirous to say, with her, our “yes” to God, each according to their own state of life.

The discipleship of Jesus calls us to holiness, which is a gift and participation in his holiness.

So, let’s live seeking the things above.

 

If it were in my power, I would like to be already holy, to testify the beauty of God in the Church and the world of today, however I’m not discouraged by my limits or imperfections. If God invites us to holiness: “Be holy, because I, the Lord your God, am holy” (Lev 19,2), it is a sign that sanctity is possible for us since now.

We will be saints one day in heaven, if we already are here on earth, death will reveal to us what we already are. This means that holiness is attainable for us immediately if it is the holiness of God, of Jesus living among us, the Saint among us.

Holiness is a gift to welcome with humility, God can lead us to it whenever he wants and how ever he wants, it is not a fruit of our efforts and merits, even though it demands our correspondence to his grace.

I have always said that I desire to go to heaven with clasped hands, without anything, to pronounce, at my arrival, only one name: “Mary” - in her is all my confidence. I feel that my path is one of littleness and entrustment to the arms of the Mother. It does not consist for me in scaling the mountain of perfection, but in travelling the path of spiritual childhood to descend into the valley of humility and rise up, in the arms of Mary, until the Trinity.

Doing the will of God in the present moment leads us on this path; discerning and fulfilling what God wants of us every moment does not mean completing a series of actions according to the moral law, but to keep listening to the voice of the conscience and of the motions of the Holy Spirit, it also means being attentive to the guidance of God through the events in our life and of the history that we live.

Let us not forget that we will only be saints tomorrow, if we are immediately, welcoming Love in us, who is God, the Saint among us, who enlightens and guides us.

To love God, we have nothing other than the present instant to live fully.

The path of holiness is wonderfully synthesized in psalm 84, in which the psalmist turned towards the Lord expresses himself like this:

Blessed are those whose strength is in you,
    whose hearts are set on pilgrimage.
As they pass through the Valley of Baka,
    they make it a place of springs;
    the autumn rains also cover it with pools.

 They go from strength to strength,
    till each appears before God in Zion.

If every day we walk in the will of God, welcoming in us his grace which guides us and opens us to his holiness, the vigor of our spirit, along the path, will grow until we appear in front of God in the celestial Jerusalem. Passing through the valley of cries, across the various trials of life, we will turn them into a spring.

So let us travel with determination on the way of holiness; we only have one life, let’s not waste it.

We will be saints if we are saints today, now, immediately, living every instant in love. Starting again and again without ever losing hope or trust.

Let’s become saints together, guarding the presence of Jesus among us to radiate the beauty of communion in the world.

Let us not be satisfied with little things, God wants to do great things in us. If we love, Jesus is among us and he, the Saint, sanctifies us together.

 

 sr. Nunziella

 

 

 

 

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