Punto luce Febbraio 2021
Carissime e carissimi tutti,
fra non molto comincia la Quaresima, quale tempo più opportuno per intraprendere un cammino di conversione. Dio non vuole da noi la tiepidezza e la mediocrità, dobbiamo puntare in alto, non sarà difficile se crediamo nell’Amore quale segreto di una vita autenticamente umana e cristiana.
Dio chiama tutti alla santità, per giungervi basta compiere la sua volontà ogni momento, ricominciando sempre, senza scoraggiarci mai.
Lo Spirito Santo vuole plasmare in noi Cristo e questi Crocifisso, è la strada della nostra santità.
Vorrei essere accanto a ciascuno di voi e parlarvi col cuore in mano per invitarvi a lasciare Gesù essere Gesù nella vostra vita. È quello a cui esorto anche me stessa in questo tempo di conversione che la Chiesa ci offre nel cammino quaresimale.
Le nostre vite devono testimoniare al mondo la nostra fede in Gesù, che ci ha redenti con la sua morte in croce, è di Lui che voglio parlarvi in questo “Punto luce”.
Guardando agli uomini e alle donne del nostro tempo capita spesso di incontrare gente dal viso scuro, preoccupata, presa da mille pensieri; tutto denota a volte un senso di vuoto e di malessere. Su questo sfondo può capitare di incontrare invece un volto pulito, sereno, rischiarato dalla luce della fede.
La fede, ecco ciò di cui l’umanità ha più che mai bisogno in questo tempo.
Quante volte, nel nostro vivere quotidiano, mille vicende, infiniti stimoli, sollecitazioni, preoccupazioni, contrattempi, limiti appesantiscono il nostro spirito, impedendoci di librarci nei cieli dell’Amore.
Che cosa fare quando la stanchezza ci prende e siamo tentati di scoraggiarci? Fissiamo, allora, il nostro sguardo di fede su Gesù Crocifisso: nella sua morte gloriosa è racchiusa tutta la storia dei secoli.
Oh, se riuscissimo a comprendere qualcosa di questo immenso mistero! Quale gioia ce ne verrebbe!
Personalmente vorrei amare molto il Salvatore Gesù e vorrei che anche voi l’amaste. Solo Dio può accordarci questa grazia.
Gesù Crocifisso è la vita che distrugge la morte.
È inconcepibile l’amore di questo Dio crocifisso che, sulla croce, giunge a fare l’esperienza di sentirsi abbandonato dal Padre, proprio mentre muore per “farci familiari di Dio”, figli e figlie del Padre. Nel momento in cui Gesù, in preda al dolore, vive il suo abbandono, in quel momento, appare orfano, senza famiglia, senza il Padre. Identificato col peccato del mondo, egli, l’innocente, non sente più l’amore del Padre, che invece è con lui e certamente non l’ha abbandonato.
In quel momento Gesù abbandonato sintetizza, per così dire, la sofferenza dell’umanità di tutti i tempi.
Anche noi, quando siamo presi da qualunque dolore, ricordiamo che Gesù ha preso su di sé ogni nostra sofferenza unendola al suo sacrificio d’amore; viviamo ogni nostro dolore come un incontro con lui.
Se così faremo potremo giungere a sperimentare la grazia racchiusa in ogni nostra prova o sofferenza.
Niente come il mistero pasquale è la risposta a tutte le nostre più intime aspirazioni: Gesù, nel suo abbandono, ci ha talmente amati da prendere su di sé i nostri dolori, i nostri peccati e la nostra stessa morte, sconfiggendola con la vittoria della sua resurrezione. Egli ha crocifisso con lui il nostro “uomo vecchio” e la nostra stessa morte, essendo egli la Vita stessa.
Facciamoci, allora, guidare dallo Spirito Santo per non bloccarci mai davanti alle prove e alle difficoltà della vita. Se contempliamo il Crocifisso vediamo che quando, sulla croce, grida: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27,46) sembra non sentire più la sua unione col Padre, che chiama Dio e non più Padre. In realtà egli non perde l’amore del Padre, ma così piagato e colpito dalla sofferenza fisica e, soprattutto, spirituale, sul versante umano sperimenta la lontananza da Dio, condivide così la nostra situazione di miseria e di peccato, fino a sentirsi lontano da Dio come noi, privo della sua felicità nel momento in cui ce la dona aprendoci il Paradiso.
Amore chiama amore. Come non rispondere a tanto amore?
Facciamoci attenti alle mozioni interiori dello Spirito Santo per imparare la bellezza dell’offerta costante della nostra vita unita a Gesù. Prima di ogni azione, offriamo a Gesù quello che viviamo dicendogli: “Per te, Gesù”. Sia questa l’invocazione costante del nostro cuore, davanti poi ai vari momenti di dolore continuiamo a offrire ogni nostra piccola o grande sofferenza a Gesù dicendogli: ”Sei tu in questo dolore!”. In tal modo il nostro vivere avrà il sapore dell’amore.
Accogliamo ogni dolore con prontezza, senza analizzarlo, scorgendovi con la fede la presenza di Gesù abbandonato, che viene a visitarci e a condividere quella nostra pena, non viviamola da soli ma con lui, vedremo che non c’è sofferenza che non sia partecipazione alla sua passione, destinata a trasformarsi in un canto d’amore. Avanti, allora con coraggio, offrendo ogni nostro dolore a Gesù, così vivremo per la gloria di Dio e la salvezza di tutti.
Sr. Nunziella
Clicca qui per ascoltare l'audio