UNA FORESTA CHE CRESCE… L’AZIENDA SI FERMA, MA LA CORSA D’AMORE CONTINUA

Già, torniamo a raccontare qualcosa di bello che avviene in questi giorni, in cui si è preoccupati, è ovvio, ma anche molto focalizzati sulle cose veramente importanti. Le nuove misure adottate dal Governo sono abbastanza esigenti, ma la vita ci sta facendo una vera lezione di “bene comune”, e davanti alla custodia del dono della vita le nostre categorie si riorganizzano rapidamente, si concorda facilmente, anche se ciò impone dei sacrifici che non sono semplicemente l’impossibilità di fare una festa o un viaggio ma anche le incertezze davanti alla situazione economica e lavorativa, ma stavolta siamo insieme, milioni di italiani, insieme per riscoprire il valore della solidarietà, pronti a viverlo da cittadini del mondo, accorgendoci che attorno a noi c’è uno spazio “abitato”.

E i cristiani? “Né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale. La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono ad una corrente filosofica umana, come fanno gli altri. Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera” (Lettera a Diogneto, V, 1-5).

E, proprio in questi giorni, non si può non ricordare che ogni nostro gesto è in relazione con gli altri, che in ogni situazione ci si può “guardare attorno”. Questa, ad esempio, è l’esperienza di un imprenditore amico che ieri ha telefonato, prendendo atto della situazione e accogliendo positivamente le disposizioni del governo deve chiudere la sua attività, ma ha delle grandi scorte alimentari e sa che, di questi tempi forse più che in altri, qualcuno potrebbe mancare del necessario. “Vi do la merce dei miei magazzini perché possiate condividerla!”. sr. Nunziella ha subito qualche idea. Dopo qualche ora sr. Antonella Luce è già, col ducato pronta alla spedizione, raggiunge l’azienda per l’appuntamento con questi “due amici” e insieme a loro (su vetture diverse) si dirige verso alla Missione Speranza e Carità, lì c’è sempre bisogno, ci si adegua alle misure igieniche per non lasciar morire nessuno di fame, la povertà, infatti, non va in quarantena. I fratelli della Missione sono tanti è un piccolo aiuto. Prima di arrivare alla Missione, però, c’era stata una piccola sosta in un monastero di clausura, dove le monache presentano incessantemente a Dio la loro preghiera per tutti noi, in questi giorni è bello che ci si ricordi di raggiungerle, e poi con un fratello che forse non aveva una casa in cui restare ma un po’ di fame, quella sì, e qualcosa da mettere sotto i denti è arrivato anche a lui!

Prima di lasciare la Missione sr. Antonella ha chiesto una preghiera ad un giovane africano che unendo le mani, dopo un momento di silenzio, le ha risposto: “Dio l’ha sentita (n.d.r. la preghiera)!”.

Piccoli germogli, virgulti, alberelli silenziosi e robusti di …una foresta che sta crescendo!

“Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa” (Isaia 43,19)

sr. Daniela – dalla comunità di Casa Madre

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