Questa lettera viene approfondita negli incontri promossi dall'Istituto delle Suore del Bell'Amore e relativi Cenacoli, come anche altrove.


LO YOGA MARIANO


Imparare a discernere
In ogni momento della vita, ci giungono mille suggestioni o stimoli, che non ci rendono sempre facile l'individuazione della concreta volontà di Dio.
Come discernere che cos'è meglio fare, momento per momento?
La Parola di Dio, il Magistero della Chiesa, i segni dei tempi esplicitano e sviluppano i diversi aspetti della volontà di Dio, tutta fondamentalmente contenuta nel comandamento nuovo di Gesù, ma non ci dicono in che modo concreto agire, nelle varie situazioni della vita quotidiana; da qui la necessità di saper discernere.
I doveri del nostro stato ci indicano il solco e la forma dell'incarnazione del nostro amore; le svariate circostanze, con i diversi imprevisti e i molteplici intrecci del vivere, ci stimolano da più parti; ma, in ogni momento, resta da fare una scelta concreta, per amare qui e adesso, nel modo richiesto da Dio attraverso i vari segni esterni e le mozioni interiori.
Come discernere la volontà di Dio?
Si tratta di imparare ad ascoltare la voce dello Spirito, che ci guida interiormente.


Come discernere la volontà di Dio
Saper discernere significa vivere in comunione con lo Spirito Santo, momento per momento, nel quotidiano della vita.
In ogni istante, molteplici sollecitazioni ci spingono a prendere una decisione e ad agire di conseguenza facendo quello che dobbiamo fare: lavorare, studiare, pregare, fare una passeggiata, recarsi allo sportello della Posta, fare la spesa ecc. Non intendo qui riferirmi solo alle grandi decisioni della vita, ma anche a quelle più piccole, che, attimo dopo attimo, siamo chiamati a prendere.
Comprendiamo subito la necessità di imparare a vivere, per così dire, in stato di discernimento costante, ma senza tensioni, con serenità e pace.
Come fare?
Personalmente ho scoperto un modo semplice, che si è rivelato già di grande aiuto per tanti; provo a comunicarlo nella speranza che sia di giovamento per altri.
La volontà di Dio, al di là delle sue concretizzazioni, coincide sempre con l'Amore; per questo, prima di decidere o di agire, scelgo l'Amore, non Dio in un modo astratto, ma l'Amore: scelgo cioè di amare non col mio personale modo di amare, ma guidata dall'Amore, che non conosco. Io non so, in ogni momento presente della mia vita, come comportarmi, quale sia il migliore atteggiamento da prendere o l'azione da compiere: non so, cioè, che cosa in me l'Amore voglia fare. Ciò non mi impedisce, però, di determinarmi per Dio, rinnegando me stessa, rinunziando non solo al mio egoismo, ma anche alla mia stessa maniera umana di concepire l'amore.
Un modo concreto che mi aiuta a rinnegare il mio io è quello di non abbandonarmi a inutili ragionamenti, di non coltivare, cioè, idee preconcette su persone o cose. Mi è sempre giovato concentrarmi nel momento presente, senza pensare ad altro: né di negativo, né di positivo, e questo senza neanche sforzarmi di non pensare, senza tensione, cioè, rilassandomi, anche fisicamente, per arrivare ad amare interamente, con tutte le mie forze. In un certo senso, scegliere l'Amore, facendo silenzio interiormente, rinnegando me stessa, significa per me dire a Gesù di crocifiggere, con e in lui, quanto di me deve morire, per risorgere alla vita dello Spirito (cfr. Rm 6,6). In queste disposizioni di silenzio interiore, mi è facile ricorrere all'aiuto di Maria, la Mamma celeste, per farmi insegnare da lei ad ascoltare la voce dello Spirito, che mi suggerisce, interiormente, la parola da dire, l'azione da compiere in ogni istante della vita. Si tratta di lasciarmi quasi vivere da Maria, dicendole spesso: «Mamma, vivimi tu, perché io sia vivificata dalla Spirito». Nessuno ha avuto, infatti, un rapporto così stretto col Paraclito come Maria che è la sua Sposa; dopo aver
invocato, così, la Madonna, mi ritrovo a decidere e a compiere più facilmente quello che lo Spirito mi ispira interiormente. Ho visto, per esperienza, che, in queste condizioni interiori, fare la volontà di Dio consiste, in fondo, nel concretizzare la decisione, piccola o grande, che mi viene in mente e mi dà più pace. A volte intuisco con rapidità e immediatezza ciò che debbo fare; altre volte, invece, esito fra due o più possibilità; in quest'ultimo caso, valuto le diverse decisioni, che mi si presentano allo spirito, e prendo quella che mi lascia maggiormente nella pace. Nel caso di decisioni più importanti non manco di concedermi un sufficiente tempo per pregare: esamino davanti a Dio i pro e i contra delle possibili alternative, senza eccessive analisi, e dopo, nel silenzio interiore, cerco di individuare dalla pace che sento quale sia la decisione da prendere.


Lo yoga mariano
Imparare a discernere, con l'aiuto di Maria, la volontà di Dio di ogni momento significa, allora, incamminarci sulla strada dell'infanzia spirituale, per imparare a farci piccoli in braccio alla Mamma e lasciarci condurre da lei là dove noi, coi nostri sforzi, non oseremmo sperare di andare.
Si tratta di una via passiva, dove la virtù non è fatta di conquiste, né di scalate. È meglio ricorrere all'immagine del mare: nell'oceano dell'Amore di Dio possiamo nuotare solo abbandonandoci, corpo e anima, con la sicurezza dei bimbi portati dalla Mamma.
Nulla della dignità della persona umana è qui detratto, questa piccolezza domanda una determinazione cosciente e libera, non è gesto puerile, è l'umile audacia di chi sa che la santità non consiste nell'essere irreprensibili, ma nella perfezione dell'Amore, e si mette alla scuola di colei, che sola può parteciparci i segreti dell'unione con Dio.
Personalmente ho sperimentato su di me gli effetti positivi di quest'atteggiamento interiore, per questo vorrei comunicare a tutti il segreto della mia gioia... Forse non è poi tanto difficile il cammino della vita se abbiamo il coraggio di ammettere che siamo tutti bambini bisognosi di essere presi in braccio dalla Mamma. Dio non è solo Verità o Bontà, è anche Bellezza: Maria svela al mondo questo volto di lui: il Bello rivela e nasconde il mistero, attirandoci col suo fascino. Non per niente la parola Mamma affiora, spesso, sulle labbra dei malati e dei moribondi. Nella via dell'Amore, non si tratta tanto di impegnarci, quanto di desistere; non bisogna sforzarci nella tensione di vivere bene, ma affidarci, farci portare da un'altra.
Il mio segreto è quello di lasciarmi quasi vivere da Maria, momento per momento: è una specie di yoga coi suoi esercizi precisi da fare prima di decidere e di agire. Eccoli!

        - Scegli l'Amore.
        - Fa' silenzio interiormente.
        - Rilassati.
        - Di' a Maria: «Mamma, vivimi tu!».
        - Cerca di discernere le indicazioni dello Spirito Santo e
        - Agisci di conseguenza.

Provo a spiegare il mio yoga mariano: scegliere l'Amore significa rinunziare ad amare col proprio amore spesso limitato e inadeguato, per amare lasciandosi guidare dall'Amore, che è una Persona: lo Spirito Santo. Noi siamo poco abituati a entrare in rapporto col Paraclito; eppure tutta la nostra santificazione è affidata a lui o a lei, visto che, in verità, lo Spirito, opportunamente espresso in ebraico al femminile: Ruah, non cessa un istante di condurci maternamente, in maniera ineffabile.
Se vogliamo vivere un'esperienza di Dio, dobbiamo far silenzio interiormente per offrirci all'azione della terza Persona della Trinità: la Relazione sostanziale che lega il Padre e il Figlio, data a noi come Soffio di vita e Fuoco destinati a vivificare e riscaldare i nostri rapporti umani, le nostre azioni, le nostre parole, i nostri gesti.
Scegliamo, dunque, l'Amore. Una volta determinati in questa opzione di fondo, facciamo silenzio dentro di noi: non lasciamoci prendere da inutili ragionamenti o ricordi che ingombrino l'anima distogliendoci dalla realtà presente. È il momento di dare a Gesù la possibilità di crocifiggere, come dice Paolo, il nostro uomo vecchio insieme con lui sulla croce (cfr. Rm 6,6) per risorgere a una vita nuova. Chiediamo a Cristo Signore di assumerci.
Poi rilassiamoci! È importante, perché anche il nostro corpo partecipi dell'esperienza dello spirito: quando siamo tesi o nervosi ci è più difficile amare e essere attenti agli altri. Cerchiamo, allora, di distenderci coi mezzi più adatti a ciascuno, per esempio respirando profondamente, facendo un po' di moto, per giungere, così, a consegnarci, corpo e anima, alla Mamma, percorrendo la grande strada dell'infanzia spirituale. Ci abitueremo da piccoli a dire spesso a Maria: «Mamma, vivimi tu!», invocazione costante e insieme forte provocazione sul suo cuore materno, capace di scatenare la sua operatività amante e trasformante.
Imparando a fare così ogni momento, prima di prendere una decisione, prima di parlare, di scrivere..., di agire, potrà capitarci di intuire facilmente la cosa migliore da fare nel momento presente; saremo, cioè, nelle migliori disposizioni per ascoltare la voce dello Spirito e per riconoscerla dai suoi frutti di pace e di benevolenza.
Può succedere che la nostra umanità o anche l'altro, il demonio, non si rassegnino facilmente a questa dolce resa nelle mani di Maria e ci muovano guerra: cominceremo allora a tentennare, a bloccarci, a domandarci se sia opportuno seguire una determinata ispirazione, se per caso non venga dallo Spirito ecc. Se mi è permesso di dare un consiglio, in tal caso, suggerirei di non tergiversare con troppe analisi, ma di prendere una decisione passando all'azione nella speranza che sia secondo lo Spirito. Possiamo anche farci aiutare da Gesù dicendogli: «Se mi sbagliassi, bloccami tu!» e non pensarci più.
Facendo in questo modo, la vita cambia radicalmente, le relazioni si riscaldano, le situazioni, anche difficili, diventano circostanze provvidenziali, attraverso le quali il Padre compie i suoi disegni d'amore.
Giovani, adulti, anziani, bambini, moribondi, tutti possiamo lasciarci quasi vivere dalla Mamma, sperimentando l'efficacia della sua presenza, che opera con amore.


Guidati da Maria
Mantenendoci in quest'atteggiamento di silenzio interiore e di distensione, possiamo giungere a sperimentare la possibilità, come dice Gesù, di pregare incessantemente (cfr. Lc 18,1).
Una volta scelto l'Amore fin dall'inizio della giornata, a rigore, se permaniamo in tale disposizione, non c'è bisogno che lo riscegliamo ogni minuto in modo esplicito. Se poi, durante il giorno, ci ritroviamo a fare le cose a modo nostro, lasciandoci prendere da varie preoccupazioni, in tal caso, appena ce ne accorgiamo, rinnoviamo la nostra scelta dell'Amore e ricominciamo.
In questa situazione fisica e spirituale, diventa più facile compiere la volontà di Dio del momento presente.
Non pensare a mille cose inutili per vivere, istante dopo istante, con intensità, ci porta ad aderire alla realtà che ci sta davanti, affidando il passato alla misericordia di Dio e il futuro alla sua provvidenza.
Il corso delle nostre giornate viene scandito da una costante preghiera, che è quasi un gemito dell'anima: «Mamma!», «Mamma, vivimi tu!». In tal modo, aiutati da Maria, ci apriamo all'ascolto della voce dello Spirito, raddrizzando le nostre tendenze, convertendoci continuamente.
«Mamma!, Mamma!, Mamma»!, invocando questa Madre dolcissima non siamo più soli, viviamo in comunione con colei, che ci ama come nessun'altra creatura al mondo. Maria ci insegna ad amare in modo nuovo, dandoci di sperimentare una soavità di spirito del tutto insospettata.
Se, spesso, il nostro cristianesimo è triste, è perché manca l'apertura allo Spirito Santo, fonte inesauribile di gioia. Gesù è morto sulla croce per comunicarci la sua gioia, che nessuno potrà toglierci (cfr. Gv 16,22), per darci appunto la consolazione dello Spirito.
Se il cammino cristiano della santità, spesso, risulta difficile, è perché manca la Mamma. Là dove i grandi non ce la fanno coi loro sforzi umani, possono riuscire i piccoli, se si lasciano prendere in braccio da una Madre, che li ama; solo lei può condurci in porto, rendendoci facile anche il passaggio all'altra vita: in fondo, anche in quel momento, basterà dirle, pur fra le lacrime: «Mamma, vivimi tu!»; se ci addormenteremo fra le sue braccia, ci ritroveremo ancora fra le sue braccia.

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