Carissime e carissimi tutti,

siamo ormai nel tempo pasquale, nel quale la Chiesa ci invita a contemplare Gesù risorto. Se percorriamo insieme la via dell’Amore, mettendo in comune le nostre esperienze, non tarderemo a sperimentare la gioia della presenza di Cristo Signore nella comunità unita nel suo nome.

 

Quando Gesù viveva e si aggirava per le strade della Palestina, i suoi discepoli lo seguivano ed egli stava in mezzo a loro; anche oggi egli continua a stare fra noi quando siamo uniti nel suo nome come egli stesso ha detto: «Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20).

Quell’indefinito “due o più” mi fa pensare che si possa trattare di due persone qualunque, anche di due peccatori, che però si siano determinati per Cristo e si siano riuniti nel suo nome. Può dunque trattarsi di due o più di noi decisi però ad amarsi scambievolmente come Gesù ci ha amati fino al punto di dare la vita per noi. Se anche noi siamo pronti a dare la vita l’uno per l’altro, come Gesù ci chiede col suo comandamento, egli è in mezzo a noi e ci fa una cosa sola fra noi. Questa presenza del Risorto nella comunità è portatrice di gioia. Gesù in mezzo a noi fa ardere i nostri cuori, è il sole della nostra vita, è il Santo fra noi; avere fatto l’esperienza di questa sua presenza lascia nel nostro intimo un’infinita attrattiva e una grande nostalgia nel caso in cui ci si allontani da questo clima di comunione, resistendo alla grazia.

La condizione richiesta per avere Gesù fra noi è, dunque, quella di amarci come egli ci ha amato, tale amore reciproco ci porta ad essere uniti nella stessa fede in Cristo fino a sperimentare l’unità di pensiero e l’accordo dei sentimenti.

La carità reciproca così vissuta facilita il cammino della santità, illumina le nostre menti al punto che per avere la luce sulla volontà di Dio da seguire in certe situazioni basta, a volte, riunirsi nel nome di Gesù per “vedere le cose insieme”, per valutare cioè gli aspetti diversi di una determinata questione in vista di prendere la giusta decisione e fare il dovuto discernimento.

Gesù in mezzo a noi ci fa Chiesa viva, ci unisce spiritualmente fra noi anche se fisicamente lontani, ci mette in comunione con la Chiesa universale.

Questa presenza del Risorto nella comunità unita nel suo nome ci rende Vangelo vivo, ci dà forza e coraggio per affrontare le difficoltà della vita, perché il mutuo aiuto e la correzione reciproca ci permettono di rialzarci da ogni caduta e di non fermarci davanti ai nostri limiti e a quelli degli altri.

L’amore vicendevole si esprime e si approfondisce nei vari aspetti della vita quotidiana, facendoci sperimentare in modi diversi la gioia e la luce di Gesù vivo e operante fra noi, egli ci porta a vivere con spirito evangelico il nostro lavoro, la gestione dei pochi o molti beni che possediamo, le relazioni con gli altri, la preghiera, lo studio, la sistemazione della nostra casa, il nostro modo di vestire, l’aggiornamento e l’informazione ecclesiale e sociale. Quando siamo così uniti nell’amore, Gesù è con noi qualunque cosa facciamo; siamo e agiamo alla sua presenza, siamo guidati dalla  sua sapienza nel vivere i vari aspetti concreti della nostra vita.

Se alimentiamo la nostra disponibilità a dare la vita gli uni per gli altri, coltivando in noi la vita di grazia, ricominciando dopo ogni caduta, impareremo a vivere, sempre più costantemente, con Gesù in mezzo a noi, ricomponendo subito l’unità qualora si fosse incrinata.

Non è, infatti, possibile sperimentare la presenza del Maestro fra noi se ci chiudiamo all’azione della grazia di Dio.

Se, però, saremo uniti in modo da essere e diventare una comunità viva rischiarata dalla luce del Risorto, la nostra testimonianza conquisterà i cuori e gli altri ci riconosceranno come autentici discepoli di Gesù.

La presenza del Risorto nella comunità riscalda i nostri cuori aprendoli alla comprensione delle Sacre Scritture, come è successo ai discepoli di Emmaus. Grande è poi il potere della preghiera fatta insieme, essa ottiene tutto, dalle grandi alle piccole cose materiali e spirituali. Qualunque cosa chiediamo al Padre la otteniamo perché è Cristo in mezzo a noi che la chiede, come egli stesso afferma: “In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio gliela concederà perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,19-20).

Gesù fra noi è, per così dire, la nostra santità, egli solo è il Santo e noi non aspiriamo a una nostra presunta e impossibile perfezione personale, ma a partecipare alla sua vita, a stare con lui, per questo vorrei concludere pregandolo:

«O Gesù,

tu conosci la nostra debolezza e i nostri limiti;

tu sai che non siamo santi,

ma solo innamorati di te;

tu solo sei il Santo.

La nostra strada sei tu presente fra noi.

Se, però, perché l'Amore sia amato,

è necessario che noi siamo santi,

facci santi

Facci santi per te, per la tua gloria,

per il tuo trionfo fra noi.

Facci santi, come centuplo

per aver cercato il tuo Regno fra noi. Amen»

 

Auguri vivissimi di buona Pasqua

sr. Nunziella

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